Le origini della scrittura


BOTTA E RISPOSTA
Otto domande (e otto risposte da scoprire!) su temi e tematiche culturali.
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SULLE ORIGINI DELLA SCRITTURA



Quando nasce la lingua parlata?
[ risposta ]

Questo non si riesce proprio a dirlo perché gli studiosi non sono riusciti a stabilirlo con precisione. Come si dice, la nascita della lingua parlata si perde nella notte dei tempi. Quello che si sa è che l’uomo per millenni ha comunicato e trasmesso agli altri le sue conoscenze soltanto con la propria voce. In pratica viveva senza conoscere la scrittura e, non possedendo documenti, doveva fare affidamento esclusivamente sulla sua memoria. La comunicazione verbale, però, era integrata e arricchita da altre forme di comunicazione non scritta. A questo proposito sono da ricordare: i messaggi trasmessi in codice con il tam tam in Africa, con flauti e fischietti da Berberi e Guanci, con fumate e specchietti dagli Indiani della prateria.

E quando nasce la lingua scritta?
[ risposta ]

La lingua scritta inizia a fare la sua comparsa durante il IV millennio a.C. (3500 a.C. circa) e precisamente nell’area Mesopotamica. In breve si tratta di una sequenza di segni pittografici incisi su tavolette di argilla. È questo il più antico sistema di scrittura che ci sia direttamente noto attraverso i documenti.Ma ricostruiamo gli avvenimenti con ordine. L’Homo sapiens è comparso sulla terra circa cinquantamila anni fa, il primo esempio di scrittura si è avuto seimila anni fa, alla metà del IV millennio a.C., come abbiamo detto per opera dei Sumeri, in Mesopotamia. Successivamente gli Egizi intorno al 3000 a.C. inventarono il loro sistema di scrittura, i cinesi nel 1500 a.C., i Maya nel 50 d.C., gli Aztechi nel 1400 d. C..

Esistevano e quali erano altre forme di comunicazione scritta?
[ risposta ]

Prima dell’invenzione della scrittura gli uomini comunicavano per mezzo di pitture e incisioni, oppure in alcune occasioni, quando si doveva mandare un messaggio, si inviavano oggetti simbolici o un disegno che rappresentava una scena.Forme di scrittura pittografica sono state diffuse tra diversi gruppi etnici. Alcune scritture di questi tipo erano alquanto particolari. Ad esempio, gli Australiani e i Papua pitturavano su bastoncini cilindrici; i Paleosiberiani su scorze di betulla; gli Eschimesi su bacchette di osso; vari gruppi etnici africani su pali di legno e su tavolette; gli Indiani nordamericani sulle pelli; in Oceania su conchiglie e su pietre.

La scrittura pittografica, però, poteva anche confondere chi riceveva il messaggio?
[ risposta ]

E infatti, ad un certo punto, i Sumeri e successivamente ma di poco gli Egizi, per ovviare alla poca chiarezza, iniziarono ad usare singoli disegni per rappresentare le singole parole (l’albero, l’occhio, la casa, l’orecchio, ecc…). Era nata la scrittura ideografica con migliaia di disegnini perché migliaia erano le parole.In linea di massima potremmo dire che le prime forme di scrittura utilizzavano i pittogrammi, cioè disegni che rappresentavano in modo realistico le cose ( ad esempio il disegno del sole per indicare il sole). In seguito i pittogrammi sempre più stilizzati si mutarono in ideogrammi ( il simbolo viene utilizzato per rappresentare un’idea, i cartelli stradali di oggi ne sono un esempio). Ancora in seguito, i segni cominciarono a rappresentare i suoni e si accentuarono gli elementi fonetici a scapito degli elementi figurativi.La scrittura cinese costituisce un caso particolare. Infatti è la più antica scrittura ideografica tuttora in uso. La scrittura cinese non ha subìto nessuna evoluzione dall’ideografico alle tipologie successive che sono di tipo sillabico-alfabetico. Ciò è certamente dovuto al fatto che la lingua cinese è perfettamente monosillabica, non ha né prefissi né suffissi. Il modo di indicare i suoni e la pronuncia non sono praticamente cambiati, sono quelli di 3000 anni fa. I segni-caratteri sono però tantissimi: la conoscenza di almeno 2000/3000 caratteri è necessaria per leggere il giornale, ma un vocabolario ampio ne comprende più di 40.000.

Per quanto tempo si usò il tipo di scrittura ideografica?
[ risposta ]

Per parecchio tempo, per almeno quindici secoli. Certo che ci furono nel tempo dei cambiamenti o se vogliamo delle evoluzioni. Tra i Sumeri si pensò di semplificare i disegnini e si iniziarono ad usare al loro posto dei triangoli allungati come dei cunei che si combinavano in modo diverso tra di loro. Era la scrittura cuneiforme, fatta appunto con segni a forma di cuneo, usata in particolare dal Sumeri, dagli Accadi e dagli Ittiti. I segni rappresentati dai cunei indicavano il suono di una o più sillabe: anche questa scrittura con il passare dei secoli si semplificò passando dai 1200 caratteri del suo inizio ai 500 caratteri verso il 2000 a.C. La scrittura cuneiforme all’inizio venne adoperata per esigenze amministrative e contabili, in seguito anche per raccontare eventi religiosi, storici e per comporre poesie e brani letterari. Anche gli Egizi, intorno al 3000 a.C., elaborarono una loro scrittura che prese il nome di scrittura geroglifica, basata fondamentalmente sulle immagini. Questa scrittura era stata concepita dagli Egizi come un mezzo di comunicazione con l’al di là. Nelle casse dove erano contenute le mummie sono state rinvenute composizioni religiose in geroglifico dette appunto testi dei sarcofagi.

Ma quando si iniziò a scrivere in modo più completo?
[ risposta ]

Ecco, la scrittura come la conosciamo noi si chiama scrittura alfabetica, fece la sua comparsa ed iniziò il suo cammino verso il 1500 a.C. . Furono in particolare i Fenici, un popolo del Mediterraneo dedito al commercio che si era insediato sulle coste della Siria, che con i disegnini non rappresentarono più le parole intere ma i suoni, cioè le sillabe e le consonanti che stavano nella parole. Con questa scrittura chiamata sillabario senza vocali, e che è considerata un poco la madre di tutti gli alfabeti del mondo, bastavano pochi semplici segni per comporre tutte le parole ( o almeno parecchie) che si voleva. Certo che era ancora incompleta e non proprio come la nostra, ma fu un passo decisivo verso la scrittura alfabetica.

In quale modo si diffuse questa scrittura?
[ risposta ]

Dalle città fenicie questo tipo di scrittura si diffuse in tutto il mediterraneo attraverso il commercio e le rotte di navigazione. In pratica, se ci pensiamo, la scrittura è particolarmente importante per commerciare e per scambiarsi informazioni tra nazioni. E proprio dall’alfabeto fenicio presero origine tanti altri alfabeti, quello greco, persiano, indiano, fino a quello etrusco e latino, da cui discende direttamente il nostro.

Ma già allora si usava la lingua scritta come la conosciamo noi?
[ risposta ]

No, un momento. Ci eravamo fermati al fatto che l’alfabeto fenicio aveva i segni per rappresentare i suoni delle consonanti, ma per essere completo bisognava riuscire a rappresentare anche i suoni delle vocali. Così, intorno all’800 a.C. i Greci inventarono la scrittura alfabetica completa. Si ritiene che la grandezza della scoperta dei Greci fu quella di aver individuato le vocali e quindi di aver diviso la sillaba ( consonanti e vocali) dando alle due componenti una identità anche visiva definita.Con l’alfabeto greco completo c’era più possibilità di rispettare la ricchezza e la complessità del linguaggio quotidiano, consentendo di descrivere più adeguatamente l’esperienza umana. In pratica l’alfabeto greco avendo un vocabolario più ampio, poteva permettersi una scrittura più espressiva e una maggiore ricchezza di sostantivi, verbi e aggettivi. Fu soprattutto per questo motivo che il mondo greco ottenne notevoli risultati in numerose branche del sapere, ed esercitò un primato intellettuale su altri popoli dell’antichità per parecchi secoli.Gli Etruschi e poi i Latini adottarono tale scrittura, la perfezionarono e così si diffuse in tutto il mondo.

 

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Francesco di Lorenzo - 30-11-2002 su "fuoriregistro"