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Questa tipologia di masseria, molto diffusa nel nostro territorio
è normalmente a due piani e con struttura a corte. Il lato principale
dal quale si entra è formato da due piani e quasi sempre accoglie
anche una chiesetta: al piano superiore, al quale si accede con una
scala esterna è situata l’abitazione del padrone sormontata spesso
da una guardiola che consente di abbracciare con lo sguardo l’intera
superficie aziendale o gran parte di essa; al pianterreno, invece,
di solito si trova l’abitazione del massaro. |
Sugli altri lati del cortile si dispongono senza un ordine ben preciso
e su un solo piano gli altri ambienti necessari alla vita dell’azienda:
i magazzini per il deposito dei prodotti agricoli, le stalle per gli
animali da lavoro con le mangiatoie in pietra, i dormitori per i lavoratori
stagionali ed un locale piuttosto ampio che comprende il forno e la
cucina in cui i braccianti consumavano il pasto. Attorno e sul retro
dell’edificio, a seconda della grandezza della masseria, c’è il frantoio
per l’olio, il “palmento”
per il vino e l’aia (l’era) per i ”pisari”
il grano.
L’aia era lastricata con “chianche”
per recuperare l’acqua piovana che, raccolta in cisterne, veniva
utilizzata per bere, per cucinare i legumi e per irrigare i campi
assieme a quella recuperata dai tetti con grondaie e canaletti.
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