Indicazioni Ipotesi di valutazione Modello 32 30

 

 

Ipotesi di valutazione delle prove strutturate.

 

 

Il calcolo dei voti è basato sull’attribuzione di un peso a ciascun quesito, con la precisazione che sia le risposte errate, sia le mancate risposte hanno contributo nullo nel calcolo del voto. Le misurazioni da me proposte sono basate su tre distinti criteri d’attribuzione dei pesi, secondo le indicazioni che seguono.

 

Peso fisso: le valutazioni sono ottenute attribuendo lo stesso peso ad ogni quesito (peso=10/numero quesiti).

 

Pesi calcolati: le valutazioni sono basate su una distribuzione di pesi suggerita dalla classe attraverso l’esito della prova. Questo metodo d’attribuzione dei pesi parte da un presupposto oggettivo (l’esito della prova) e determina un’oggettiva differenziazione dei pesi, secondo una definizione che tiene conto del grado di difficoltà rilevato per ogni quesito, del massimo voto attribuibile alla prova e del numero di quesiti. Il criterio d’assegnazione dei pesi, attraverso l’esito della prova, da me adottato, conferisce una minore incidenza, nella valutazione complessiva, ai quesiti che hanno messo in maggiore difficoltà la classe.

 

Pesi assegnati: le valutazioni sono ottenute attraverso una distribuzione di pesi definita, preliminarmente o a seguito della correzione, dal docente o gruppo di docenti che propongono la prova. In questo caso si rischia di perdere di oggettività nell’attribuzione dei voti, ma si ha la possibilità, discrezionale, di differenziare il grado di difficoltà dei quesiti proposti.

 

 

TABELLA DI CONVERSIONE

VOTAZIONE IN 10mi Þ VOTAZIONE IN 15mi

 

4

>4¸ 4,67

4,7 ¸ 5,34

6

>6¸ 6,67

6,7 ¸ 7,34

8

>8 ¸ 8,67

8,7 ¸ 9,34

10

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

 


 

 

 

Note in margine alle diverse forme di misurazione-valutazione delle prove strutturate, proposte dai responsabili ministeriali, in occasione del corso d’aggiornamento sui nuovi Esami di Stato.

 

Aspetto positivo delle motivazioni delle scelte.

Si educa alla manifestazione consapevole, argomentata, del proprio pensiero e delle proprie conoscenze, sia pure errati. L’errore motivato, confrontato con la correttezza della nozione o dell’argomentazione, migliora le capacità di valutazione e giudizio.

 

Aspetto negativo della penalizzazione delle risposte errate, rispetto alle mancate risposte.

Se l’obiettivo è di indurre l’oggetto della valutazione a non indugiare nella speranza della casualità favorevole, allora la richiesta di motivazione è inutile e la misura penalizzante ha scarsa efficacia educativa.

Se l’obiettivo è l’accertamento delle conoscenze e delle capacità, allora si preferisce una mancata conoscenza ad un’argomentazione sostenuta da conoscenze incerte.

 

In ogni caso si educa all’esercizio dell’incertezza, del “non so”.

·        È meglio non fare o fare consapevolmente, sapendo di poter sbagliare?

·        Possono acquisirsi competenze senza commettere errori di conoscenza nell’uso delle proprie capacità, che attraverso l’analisi degli errori si rafforzano?

 

Uso dei “distrattori” o di più risposte corrette.

Lecito, purché se ne indichi esplicitamente l’eventuale presenza.

 

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