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DOCUMENTO FIMEM PER IL FORUM MONDIALE SULL'EDUCAZIONE DI PORTO ALEGRE22/24 OTTOBRE 2001 Siamo qui. La Federazione internazionale dei Movimenti della Scuola Moderna che si ispira alle parole ed all'azione educativa di Elise e Celestino Freinet ha scelto di essere presente a questo significativo appuntamento. Porto Alegre: luogo reale e simbolico in cui, assieme ad altri Movimenti è possibile pensare e costruire un mondo migliore. La forza del messaggio di Freinet sta nella convinzione che la volontà di sapere e conoscere si fa strada naturalmente, senza forzature, senza essere costretta in strutture istituzionali oppressive. . Maestra e maestro sono coloro che guidano il processo di apprendimento senza costringere, senza indottrinare. Il metodo naturale come metodo antiautoritario e laico ha conquistato uno spazio impensabile diffondendosi in più di trenta paesi disseminati in Europa, in Africa, in America Latina, in Asia (Giappone). Le tecniche Freinet hanno alla loro base una filosofia semplice e profonda: quella della valorizzazione del lavoro di ciascuna/o . Il loro uso e la loro pratica implica però una regia sapiente della complessità e l'idea che tutto, anche i piccoli gesti si connettono tra loro in un sistema di significati e dunque nulla va sprecato. Il microsistema da cui si parte è la classe : microrealtà sociale che rinvia al mondo esterno e alle sue regole. La classe cooperativa , piccola impresa in cui nulla si perde e le ragioni del singolo trovano eco nelle ragioni del gruppo. Laboratorio di vita e di conoscenza reciproca attraverso la scoperta, la ricerca, l'uso di materiali, la corrispondenza, il giornale di classe, l'uso della stampa. Siamo qui perché pensiamo che la mondializzazione ci ponga pressanti interrogativi connessi strettamente con le ragioni di uno sviluppo equo per tutti/e gli:le abitanti del pianeta. ISTRUZIONE E DESTINI DEI POPOLI Attorno ai processi di istruzione ed alfabetizzazione si giocano, per ragioni incrociate, i destini di molti popoli · L'esclusione dei soggetti più deboli ed in particolare delle bambine dalle soglie dell'alfabetizzazione rende più grave il circolo negativo fame/malattia/sottosviluppo/povertà ; questo boomerang , dice il rapporto Fao 2002, si propaga fino ai livelli più alti della crescita economica generale ed è uno svantaggio non solo per i paesi poveri ma per l'intera umanità · Il ricreare sistemi di dipendenza rguardanti l'uso delle tecnologie o l'esportazione di tecnologie improprie, a forte impatto ambientale perpetua un circuito di mercato in cui i paesi in via di sviluppo non ostante possegano i 3/4 delle materie prime subiscono il ricatto economico delle grandi multinazionali e l'ambiente naturale viene sottoposto ad un costante saccheggio a danno dell'intera umanità · Le frontiere delle scoperte scientifiche e le possibili manipolazioni genetiche ci mettono di fronte, oggi più che mai, alla questione del sapere che cammina parallelamente a quella della sopravvivenza e dell'esercizio della democrazia · I conflitti presenti nel mondo fanno leva su una concezione rigida di identità ed appartenenza ed il mercato delle armi alimenta le contrapposizioni tra popoli proprio perché gioca su povertà non solo materiali ma anche culturali 1. PER UN NUOVO IMMAGINARIO MONDIALE PER UNA GEOGRAFIA DEI VOLTI E DEI GIOCHI La tragedia di New York che ci ha così duramente colpite/i e la guerra in corso ci affidano un grande compito : rifondare l'immaginario collettivo mondiale; ricostruire dei simboli che diano a tutti la possibilità di sentirli come propri e non come "roccaforti nemiche da abbattere" Occorre uno sforzo collettivo molto deciso che lanci un segnale al di là delle appartenenze etniche e religiose. Anzitutto occorre chiedere che le armi tacciano. In secondo luogo diremo che non ci sarà pace finchè non ci sarà giustizia e non ci sarà giustizia se le regole del mercato saranno la voce più autorevole che governa il rapporto tra popoli. Cosa può fare il popolo di Porto Alegre per costruire altre torri, o semplicemente altre case, inattacabili dal terrorismo ? Cosa può fare per l'infanzia negata che l'Unicef o altri organismi non abbiano già fatto? Occorre dare un volto credibile alla speranza mostrando le interconnessioni del pianeta; combattere l'idea che l'unico modo di fare giustizia sia agire ed agitare la morte sacrificando se stessi o gli altri. Sacrificio dopo sacrificio per l'insaziabile sete di sangue delle nuove divinità che stanno a guardare. Dopo l'11 settembre il mondo sta vivendo imprigionato dentro ad immagini di morte/spettacolo dentro al confine tra realtà e diretta televisiva .A quale futuro possono pensare bambine/i se nei loro occhi rimarranno a lungo queste impressioni? Come si smina un territorio per salvaguardare da altri scoppi chi cammmina, così dobbiamo lavorare sulle immagini mentali dei giovani con cui veniamo a contatto quotidianamente ; dobbiamo offrir loro altri paesaggi interiori , offrir loro la possibilità di entrare in contatto con espressioni e volti di tutti i paesi del mondo , volti che sorridono , che giocano che godono delle semplici cose che l'esercizio della pace rende preziose . Lanciare una potente offensiva di lettere che invadano tutte le scuole di tutti i paesi del mondo. Conoscere il lontano per non averne paura, entrare in contatto con la diversità. Sull'onda della pedagogia Freinet Porto Alegre potrebbe trasformarsi in un enorme ufficio di smistamento postale per gemellaggi tra classi anche dei villaggi più sperduti. 2 . L'EDUCAZIONE NON E' IN VENDITA Di qui il secondo messaggio che come Fimem ci sembra opportuno lanciare: "L'educazione non è in vendita" e, al proliferare di imprese ed università che fabbricano il sapere in modo più o meno virtuale e restringono la cerchia di chi può accedere rilanciamo l'ipotesi di una scuola di base per tutte/i , pubblica e qualificata, in grado di fornire gli alfabeti necessari e le strutture cognitive che stanno alla base delle acquisizioni successive e di ogni diritto di cittadinaza senza esclusione di genere, di razza, di censo. Ricordiamo infatti che l'America del Nord ha già lanciato il suo primo mercato mondiale dell'istruzione a Vancouver nel maggio 2000. E' sempre più forte dunque la pressione per far coincidere l'istruzione con il dominio di prodotti informatici e multimediali ; questo può diventare il nuovo muro la nuova barriera che accresce le disuguaglianze di accesso all'alfabetizzazione di base e le disuguaglianze sociali tout court. Se la scuola ed il sistema educativo si prestano a dar spazio a questa illusione produttivistica rincorrendo l'idea della capitalizzazione dei beni immateriali le differenze saranno destinate ad accrescersi e non a ridursi ,anche nei paesi altamente industrializzati , non risolvendo il problema dell'innalzamento dei livelli culturali complessivi. L'esperienza di scolarizzazione degli Stati Uniti , così diversificata tra quartieri alti e quartieri bassi, tra high schools e colleges e così restia a sottoporsi ad una qualsiasi valutazione per timore di uscirne malconcia ne è l' esempio più clamoroso. Proprio una riflessione su questi esiti ci convince ancor di più che l'istruzione deve essere basata sulla salvaguardia e condivisione di "beni comuni" rappresentati dalle conoscenze e dai saperi che non sono riconducibili a categorie standardizzate o a modelli culturali unici e globalizzati. Ogni popolo ha il dovere di custodire la propria cultura senza seppellirla o senza farne una barriera da innalzare contro altri popoli . Questa via potrebbe condurre ad uno sviluppo mondiale solidale sul piano economico, efficace sul piano sociale, e democratico sul piano politico. Questa formazione accrescerebbe l'idea di un'economia cooperativa attenta alla promozione di un Welfare mondiale a tutela del diritto alla vita . QUALE DIALOGO TRA IL FORUM E LE ISTITUZIONI POLITICHE Come Fimem proponiamo che il popolo di Porto Alegre si costituisca come laboratorio ed osservatorio permanente sul mondo della formazione e dell'istruzione sollecitando al mantenimento degli impegni che gli organismi politici hanno espresso nelle loro risoluzioni sul tema dell'istruzione. In particolare ricordiamo che il Parlamento europeo ha approvato il 13 aprile 2000 la Risoluzione B5-355/00/COMP sul "Forum mondiale sull'istruzione" RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SUL FORUM MONDIALE SULL'ISTRUZIONE Il Parlamento europeo, A. considerando la conferenza sull'istruzione per tutti tenutasi a Jomtien nel 1990, in cui i governi mondiali si sono impegnati a fornire accesso all'istruzione per tutti entro il 2000, la revisione quinquennale della conferenza sull'istruzione per tutti tenutasi ad Amman nel 1995, nonché il vertice mondiale per lo sviluppo sociale tenutosi a Copenaghen nel 1995, in cui i governi hanno posticipato l'obiettivo della parità tra i sessi al 2005 e quello dell'istruzione elementare universale al 2015, B. considerando la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la convenzione sui diritti del fanciullo, ambedue giuridicamente vincolanti e che impegnano i governi mondiali a fornire istruzione gratuita, C. considerando che il raggiungimento degli obiettivi internazionali di sviluppo in materia di istruzione è una condizione indispensabile per raggiungere gli altri obiettivi relativi alla salute e per dimezzare il numero di persone che vivono in stato di povertà entro il 2015, D. considerando che l'alfabetizzazione e l'istruzione rappresentano le fondamenta della democrazia e del buon governo e che, senza l'accesso ad un'istruzione di qualità, le società democratiche non possono prosperare, E. considerando il Forum mondiale per l'istruzione che si riunirà a Dakar dal 26 al 28 aprile 2000, F. considerando che 125 milioni di bambini non frequentano la scuola e che 880 milioni di adulti sono analfabeti, G. considerando che i due terzi dei bambini che non frequentano la scuola sono bambine, H. considerando che l'istruzione è un diritto umano che i governi devono fornire, I. considerando che il programma di aiuti comunitari e gli Stati membri dell'UE costituiscono il maggiore gruppo di donatori, J. considerando che i donatori destinano in media solo il 2% della spesa ufficiale di assistenza allo sviluppo all'istruzione elementare, un importo di gran lunga inferiore a quanto necessario per finanziare l'istruzione per tutti, K. considerando che la nuova convenzione ACP-UE definisce un chiaro ruolo per la società civile nei processi nazionali di sviluppo, 1. invita la Commissione a garantire che sarà rappresentata al più alto livello politico al Forum mondiale sull'istruzione di Dakar e che con ciò i suoi impegni dichiarati a favore dell'istruzione elementare vadano di pari passo con il suo impegno nel processo volto a conferire una maggiore priorità all'istruzione elementare nei paesi in via di sviluppo; 2. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che il loro aiuto all'istruzione elementare sia sufficiente ad assicurare che nessun paese in via di sviluppo che si sia impegnato a raggiungere l'istruzione per tutti non possa farlo per mancanza di fondi; ciò implica che la dotazione del bilancio 2001 per il settore dell'istruzione elementare deve essere almeno raddoppiata; 3. invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare i paesi in via di sviluppo al Forum mondiale per l'istruzione a destinare una parte maggiore dei loro bilanci nazionali all'istruzione elementare e a distribuire su base equa il bilancio nazionale per l'istruzione; 4. invita la Commissione e gli Stati membri a Dakar a sostenere l'elaborazione di piani d'azione nazionali per l'istruzione che includano meccanismi chiari e vincolanti per una consultazione continua con la società civile; 5. invita la Commissione a coordinare efficacemente l'aiuto bilaterale degli Stati membri alle politiche dell'istruzione, garantendo così che i paesi in via di sviluppo non sprechino preziose risorse rispondendo alle esigenze dei donatori; 6. invita la Commissione e gli Stati membri a compiere sforzi particolari per assicurare che il divario tra i sessi nel campo dell'istruzione sia superato entro il 2005; 7. esorta la Commissione a rispettare il suo impegno con il Parlamento europeo di presentare una comunicazione sui diritti dei bambini che includa una sezione su una politica dello sviluppo incentrata sull'infanzia; 8. invita gli Stati membri a concedere rapidamente una generosa remissione dei debiti a sostegno degli sforzi compiuti dai paesi in via di sviluppo per finanziare l'istruzione per tutti; 9. invita il FMI e la Banca mondiale ad assicurare che le loro politiche non mettano a repentaglio l'equità e la responsabilità nel campo dell'istruzione; in particolare, le politiche del FMI e della Banca mondiale non devono minare i tentativi dei governi nazionali di raggiungere gli obiettivi internazionali di sviluppo; 10. invita l'UNESCO a lavorare con i paesi in via di sviluppo e con i donatori per elaborare obiettivi qualitativi efficaci in settori quali la formazione degli insegnanti, l'elaborazione dei piani di studio e la parità tra i sessi; 11. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri, all'UNESCO, al PNUD, al FNUAD, all'UNICEF, al FMI e alla Banca mondiale. Dieci anni dopo Jomtien - dove è avvenuta l'ultima conferenza mondiale sull'Istruzione per Tutti - si rivela più che mai necessario procedere a una valutazione esaustiva di quanto è stato fatto nel mondo per ciò che riguarda l'istruzione, valutando scrupolosamente le spinte innovative e i processi di modernizzazione che hanno investito il terreno dell'istruzione da un lato e i rivolgimenti sociali ed economici dall'altro. Fenomeni che hanno talvolta agito in controtendenza, ponendo una seria ipoteca sui risultati ottenuti. LA CONFERENZA DI DAKAR Al convegno di Dakar, Senegal (26-28 aprile 2000), è stata presentata la valutazione più completa mai intrapresa nel mondo in materia di istruzione di base Preceduta da una serie di conferenze regionali preparatorie per analizzare i dati provenienti da vari paesi, la Conferenza ha offerto un quadro piuttosto contrastato dell'istruzione di base nel mondo: secondo alcuni esperti gli anni Novanta - Istruzione per Tutti, ironia di uno slogan! - hanno attraversato una crisi educativa, con ben 113 milioni di bambini non scolarizzati, una pesante discriminazione a danno delle bambine, quasi un miliardo di adulti analfabeti, scuole fatiscenti e penuria di insegnanti qualificati e di materiale didattico. A fronte, il dato positivo dell'aumento del numero assoluto di bambini che frequentano la scuola: dai 599 milioni del 1990 ai 681 del 1998, il che ha significato in molti paesi scolarizzazione per tutti per la prima volta. Anche le disparità qualitative sono considerevoli: da un lato sistemi educativi rigidi e pietrificati nelle convenzioni, molto lontani dalle reali esigenze dei bambini e degli adolescenti, dall'altro un fiorire di iniziative disparate, intese ad adattare l'istruzione ai bisogni locali e a portare alle popolazioni marginalizzate formazione e competenze di base da utilizzare soprattutto per attività generatrici di reddito.. COSTRUIRE RETI DI PROGETTI E DI PRESENZE Sfide formidabili ci attendono: come educare i milioni di orfani dell'AIDS? Come garantire l'accesso all'istruzione formale a milioni di rifugiati e sfollati? Come mettere le nuove tecnologie al servizio della scuola? Tra tutte la sfida più imponente, dato che 700 milioni di persone vivono in 44 paesi fortemente indebitati: come far sì che l'istruzione possa dare il suo contributo per l'eliminazione della povertà e dare infine ai bambini la possibilità di realizzarsi pienamente? All'alba del nuovo millennio è forse giunto il momento di ridisegnare le strategie educative per gestire l'eredità, non sempre positiva, degli anni Novanta. INFANZIA E ADOLESCENZA: UNA GENERAZIONE PERDUTA? La povertà è nemica dell'istruzione, la cui mancanza è inesorabilmente alla radice della povertà in un circolo vizioso che non lascia speranze. L'istruzione è il mezzo migliore, spesso l'unico, perché il bambino possa spezzare la spirale discendente delle privazioni. Sono oggi 113 milioni i bambini che non vanno a scuola, di cui 100 milioni nel mondo in via di sviluppo; la maggioranza di essi sono femmine.Un fitto groviglio di fattori socio-culturali, economici e geografici esclude i bambini dall'istruzione: le scuole escludono, nel momento in cui rifiutano di collaborare con i genitori, la burocrazia esclude, non sostenendo in maniera adeguata gli insegnanti, categoria sottopagata in quasi tutto il mondo e lo Stato esclude, perché le sue politiche non tengono conto in maniera sufficiente dei bisogni reali dei bambini. La maggior parte degli Stati non sono molto propensi o sono lenti a impartire una istruzione non formale, per cui sono per lo più le ONG a garantire l'istruzione ai bambini in situazioni difficili. LA SCUOLA TRA LAVORO E NON LAVORO I PROGETTI SOCIALI Sono più di un miliardo i giovani tra i 15 e i 24 anni a rischio di esclusione sociale e il loro numero è destinato ad aumentare. Si tratta di un fenomeno in larga parte sommerso perché mancano dati esaurienti in merito, ma il loro numero è destinato ad aumentare e non solo nei paesi in via di sviluppo...A Dakar l'Organizzazione Internazionale del Lavoro ha denunciato che la disoccupazione e l'esclusione sociale dei giovani stanno raggiungendo livelli intollerabili nei principali paesi industrializzati. In Francia li chiamano la "generazione sala d'attesa": circa un giovane su quattro è senza lavoro. Negli ultimi anni si sono fatte strada nuove soluzioni per combattere l'esclusione giovanile. In Gran Bretagna un progetto della ONG Voluntary Service Overseas mette i ragazzi emarginati al servizio dello sviluppo: dopo un breve corso di formazione sui temi della cooperazione essi si recano per sei mesi a lavorare in un paese in via di sviluppo. Il risultato? L'acquisizione di competenze, un'esperienza di vita e una rinnovata fiducia in se stessi. DA DAKAR A PORTO ALEGRE I mille progetti di Dakar devono trovare un'eco qui a Porto Alegre e, se Dakar ha rappresentato il momento istituzionale , uil popolo di Porto Alegre può diventare una rete che quei progetti e quella volontà politica sorregge e controlla perché nulla vada dimenticato o sprecato . LA QUALITA ' E LA FORMAZIONE DEI DOCENTI Per una scuola capace di promuovere cooperazione e capace di uscire dalle rigidità occorre un corpo docente preparato . Spesso i progetti si arenano non solo per mancanza di fondi ma anche per difficoltà connesse con la mancanza di personale pronto a gestirli e coordinarli. La diffusione della pedagogia Freinet , attraverso la riproposizione di momenti di atoformazione in Ateliers in cui gli insegnanti sperimentano collettivamente i percorsi didattici mostra anche in questo la capacità di proietarsi in una dimensione collegiale di riflessione su come si costruiscono i saperi a partire dal sé e dalla capacità di riflettere sull'esperienza del gruppo come spazio potenziale di apprendimento in cui la relazione e l'emotività sono altrettanto e forse più importanti dei contenuti e delle tecniche che si acquisiscono. Per la Fimem Maria Teresa Roda |
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