Esplorazione delle strutture del linguaggio naturale


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Esplorazione delle strutture del linguaggio naturale

Lydia Tornatore ha prospettato un ambiente dove lo studente insegna al calcolatore a formare parole o frasi in base a regole e verifica poi che cosa esce fuori: lo studente è impegnato a formalizzare e verificare la sua competence linguistica.  Rimandiamo all'intervento di Clotilde Pontecorvo in questo stesso volume per l'analisi dei principi didattici e seguiamo qui un'impostazione più tecnico‑operativa.

L'ipotesi di lavoro è che lo studente possa acquisire consapevolezza delle competenze linguistiche che già possiede attraverso attività di formalizzazione, manipolazione e sperimentazione sulla lingua.  Il computer è uno strumento estremamente potente perché può generare tutte le combinazioni di parole possibili in base a una grammatica data, e può riconoscere la struttura di una frase lecita in base alla grammatica.

La praticabilità di questa idea si è accresciuta al diffondersi di strumenti informatici particolarmente appropriati per la manipolazione del dato linguistico.  Tra questi ha acquisito una posizione di particolare rilievo, grazie alla disponibilità su macchine a basso costo e a una relativa facilità di approccio, il linguaggio di programmazione Prolog.

Prerequisiti per studenti e insegnanti

Siamo convinti che in una prospettiva di educazione linguistica lo studente non debba necessariamente imparare il linguaggio di programmazione con le sue problematiche: la soluzione ideale è che lo studente interagisca esclusivamente con la grammatica e possa attivare i meccanismi di analisi e produzione di frasi senza curarsi dei dettagli.  Per l'insegnante è richiesto un minimo di studio dei principi di funzionamento: la difficoltà degli aspetti operativi legati all'uso dello strumento informatico ci sembra accettabile, soprattutto in rapporto alla complessità della parte propriamente linguistica del lavoro.  Un approccio interdisciplinare è certamente ancora più interessante, ma richiede informatici migliori di quelli descritti da Riccardo Degl'Innocenti all'inizio del suo intervento.

Quali livelli linguistici?

Con il costrutto base di cui disponiamo, la regola di produzione, è possibile rappresentare strutture morfologiche, sintattiche, testuali a livello più alto (struttura del racconto, di una fiaba, di una lettera): è però intuitivo che itinerari didattici e problemi tecnici cambiano sostanzialmente a seconda del livello su cui si lavora.

Livello morfologico

Una nostra idea iniziale era che si potesse esplorare l'edificio del linguaggio cominciando dai mattoni più piccoli, insegnando al sistema a costruire i plurali, a coniugare i verbi, e utilizzare questo lavoro come base per il livello sintattico.  In effetti lo sforzo necessario a costruire un sistema minimamente articolato a questo livello e la prospettiva di ulteriori complicazioni per un'integrazione al livello sintattico ci hanno fatto cambiare impostazione.  Ci sembra significativo per gli studenti esplorare il livello morfologico come tale con esempi semplici, concepiti come banco di prova per i primi sforzi di formalizzazione; tuttavia al crescere della generalità la difficoltà aumenta in maniera non proporzionale ai risultati che si ottengono.  Il nostro suggerimento è quindi di vedere lo sviluppo di regole al livello morfologico piuttosto come un gioco, di non complicarlo troppo e di non considerarlo necessariamente propedeutico all'esercizio su altri livelli: un sistema morfologico si basa in numerosi casi su conoscenze etimologiche di difficile formalizzazione.

Livello sintattico

Lavorare sulla frase e la sua struttura è probabilmente l'attività più praticabile, e forse anche la più ricca di spunti.  Dal punto di vista curricolare potrebbe configurarsi come "laboratorio di analisi logica" e potrebbe utilmente svolgersi in collegamento con la lingua straniera.
Vediamo due possibili itinerari didattici: nel primo, lo studente costruisce regole di produzione per determinati tipi di frase, e le verifica utilizzandole per generare tutte le frasi possibili; nell'altro, lo studente scrive frasi corrispondenti a una data struttura, e il calcolatore conferma o meno la conformità della frase alla grammatica tracciandone graficamente il riconoscimento (oltre alle schede 1-3, v. scheda 4).

Consigliamo di fornire agli studenti un vocabolario predefinito e di piccole dimensioni, ovviamente ampliabile, ma già sufficiente a vedere immediatamente qualche risultato.  Un ulteriore accorgimento consiste nel minimizzare i problemi di concordanza (a meno che non sia proprio quello l'obiettivo!).  Abbiamo visto come cresce la complessità della grammatica passando dal livello context free a quello context sensitive: ci sembra ragionevole cercare di focalizzare l'attenzione su aspetti concettualmente problematici, a costo di usare in prima istanza soltanto sostantivi singolari maschili con l'articolo il.

Un rischio connesso all'uso di un sistema automatico è che venga considerata accettabile una soluzione soltanto "perché funziona".  Sarà compito dell'insegnante o del materiale didattico allegato assistere lo studente in questi casi.

Insistiamo perché agli studenti siano molto chiare le implicazioni della scelta di considerare un'informazione sintattica o semantica.

Livello semantico

Trattare l'informazione semantica a livello della frase implica essenzialmente un'attività di categorizzazione del lessico.  Un'ipotesi di attività prevede lo studente organizzi un insieme di parole per categorie semantiche, ad esempio in termini di sinonimi, iperonimi e contrari: oltre che in connessione con strutture sintattiche, il sistema può essere usato per contruire mini‑dizionari con molteplici possibilità di accesso (schede 5 e 6).

Lavorare sul livello semantico implica la rappresentazione di regole che enuncino le proprietà del lessico: queste regole sono oggetti concettualmente e sintatticamente diversi dalle produzioni DCG.  Prospettiamo due approcci a questo problema: se il Prolog è strumento di interesse in quanto tale si può benissimo utilizzare le sue funzionalità standard, come nell'esempio riportato in scheda 3; altrimenti è ragionevole fornire agli studenti un meta‑linguaggio con alcune regole e categorie predefinite, definibile dal docente in ambiente Prolog.

Livello struttura del testo

E' un settore su cui abbiamo fatto pochissima sperimentazione, ma ci sembra interessante e non presenta particolari difficoltà tecniche se il sistema è utilizzato soltanto in produzione: una struttura funge da scheletro del testo e i simboli terminali sono costituiti da intere frasi.  Gli aspetti interessanti ci sembrano due: lo studente acquisisce consapevolezza dell'esistenza di strutture anche ai livelli alti del testo (es. una lettera commerciale, un curriculum vitae, una fiaba, una relazione scientifica); inoltre, una struttura si può usare per "variazioni sul tema" in base a parametri di registro linguistico e di destinatario.  Vediamo nella scheda 7 un esempio di lettera d'amore scritta in diversi stili.

Quali strumenti tecnici

Una breve appendice alla bibliografia accenna ai sistemi Prolog che, a nostra conoscenza, sono più adatti a un'uso didattico.  Gli esempi delle schede sono tutti scritti in Arity Prolog.

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