Approccio pluridisciplinare di ricerca che studia la Cognizione.
* Cognitivismo
COGNITIVO & C.
A cura di Paolo Citran (Cidi-Carnia)
Un triangolo virtuoso: cognitivo e dintorni
Quali sono le strade per una nuova valorizzazione delle potenzialità cognitive dello studente ?
Il binomio di base è sempre quello del rapporto insegnamento/apprendimento, laddove non c'è posto né per il puero-centrismo, né per il magistro-centrismo, né per il mateto-centrismo.
Un triangolo virtuoso è dato dalla mediazione/interazione tra conoscenza e discente, mediazione che si regge su un ago della bilancia, rappresentato dal docente: il docente come esperto della conoscenza, dell'insegnamento, dei processi cognitivi del soggetto discente (attenzione al processo, non solo al prodotto !) da saper riconoscere e valutare.
Docente e discente si collocano in un continuo rapporto prima di tutto duale, poi anche plurale (coinvolgente tutta la classe) di continuo scambio di feedback, di reciproci rinforzi informazionali, sociali, simbolici e talvolta anche materiali.
Il docente abbia un "linguaggio piano", la capacità di "colpire" l'alunno secondo le modalità cognitive della vista, dell'udito, del tatto, del corpo-a-corpo (se e quando del caso). Il docente controlli il tono della voce, la chiarezza della concettualizzazione, la gestione della vicinanza-lontananza (fisica e simbolica) rispetto all'allievo. Gestisca la possibilità di riuscire a farsi capire, ad interessare e di tanto in tanto –ove ci riesce- anche ad entusiasmare.
Dobbiamo capire, noi insegnanti, che la competenza comunicativa, la competenza sentimentale, la capacità di una gestione equlibrata dell'affettività non sono doti innate intrasferibili, ma capacità apprendibili.
Ecco allora che il "cognitivo" trova il suo specifico nella scuola; il cognitivo in sé è di significatività relativa e fortemente èlitaria. Perde questo carattere se decliniamo l'insegnamento badando a stili cognitivi, attese di successo, piacere e fiducia nella riuscita, ecc.
Se spiego il canone artistico greco classico, l'apollineo od il dionisiaco, dovrò farlo a parole, ma anche attraverso una stimolazione visiva e –perché no ?- esistenzialmente, visceralmente: le viscere le userò come strumento cognitivo e motivazionale.
Dovrò poi tener conto di altri fattori meta –ed extra- cognitivi (vantaggio e svantaggio esperienziale, socioeconomico, socionutrizionale, socioculturale, da socio-risorse carenti, da deprivazione di libri, da ipersommersione nei mdia. Già in famiglia, già al nido (evviva il nido!, se funziona!!!; non parliamo della scuola dell'infanzia, purchè gestita da persone competenti).
E pensiamo poi alle auto-attribuzioni: "sono negato in matematica", "non ce la farò mai in latino", "odio la filosofia", "in ginnastica sono un dio", "ma chi se ne frega della fisica"; und so weiter"
Qui l'insegnante ha un campo d'azione immensamente stimolante.