Quando il POF fidanza insieme istruzione e educazione


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Quando il POF fidanza insieme istruzione e educazione

di Franco Frabboni

Presidente

IRRSAE Emilia Romagna

 

il POF riconsegna alla scuola italiana una indiscutibile qualità pedagogica e ne afferma l'identità formativa, l'intenzionalità educativa e la progettualità didattica attraverso il riconoscimento e la valorizzazione dei processi cognitivi e relazionali.

 

 

 

Ci sembra di potere argomentare che il Piano dell'offerta formativa (Pof) - stella polare del Regolamento dell'Autonomia e motore di traino dell'innovazione curricolare e didattica introdotta dall'attuale Riforma istituzionale del nostro senescente sistema scolastico - presenta l'indiscutibile merito di porre sul bavero della scuola del Duemila tre medaglie di indiscutibile qualità pedagogica: una medaglia che raffigura la sua identità formativa (il Pof assicura autonomia curricolare a ogni "ciclo"scolastico, nel rispetto delle dimensioni di sviluppo della sua utenza contro ogni forma di falso anticipazionismo dei "saperi" del comparto scolastico successivo); una medaglia che raffigura la sua intenzionalità educativa (il Pof assicura "senso" e "significato" culturale ai percorsi cognitivi e relazionali di cui è titolare la scuola); una medaglia che raffigura la sua progettualità didattica (il Pof assicura alla scuola direzione e traguardo ai propri processi di alfabetizzazione primaria e secondaria: ergendosi da nemico implacabile nei confronti della scuola del caso).

È a partire da questa qualità pedagogica, che il Pof è chiamato a indossare stabilmente un mantello scientifico: irrinunciabile per potere dare orizzonte e traguardo formativo alla scuola tanto sul fronte culturale quanto sul fronte educazionale. Fronti formativi - questi - da sottoporre per l'appunto al banco di prova delle congetture scientifiche: a partire dal vaglio e dal controllo empirico delle esperienze di alfabetizzazione-socializzazione che popolano la vita della scuola. Questo perché il Pof fa tutt'uno con una scuola del progetto (dallo stile sperimentale, dalla strategia curricolare, dalla procedura della programmazione) figlia di una teoria dell'educazione fondata sul principio epistemologico della conoscibilità-progettualità dell'allievo e dei percorsi formativi dell'istituzione scolastica: tanto sul versante culturale, quanto sul versante educazionale.

Come dire. Il Pof fa tutt'uno con un modello didattico intenzionale (dall'elevato profilo curricolare e dalle diffuse procedure sperimentali): il solo in grado di potere comprendere ed ottimizzare vuoi le ragioni del soggetto che apprende - l'allievo - (tutelate dalla biologia, dalla psicologia, dalla pedagogia e dalla didattica), vuoi le ragioni degli oggetti di apprendimento - l'istruzione - (tutelate dalla filosofia della cultura, dalle scienze disciplinari, dalla sociologia e dalla antropologia).

Progettare una scuola nel nome del Pof significa - da questa angolatura epistemologica - costruire un progetto formativo (aperto: ipotetico e congetturale) in grado di garantire un orizzonte scientifico al modello didattico prescelto: orizzonte necessario per potere sperimentare teorie formative controllabili (confutabili, falsificabili) attraverso i fatti del fare-scuola. Se il modello didattico (Pof) viene contraddetto dall'esperienza  (dai fatti generati dalla vita scolastica) dovrà essere abbandonato. Se invece si accorda con i processi empirici (i fatti) del fare-scuola, allora il Pof (il modello didattico) verrà assunto. Peraltro provvisoriamente, dal momento che dovrà assicurare, sempre, il timbro della plurilateralità, della congetturalità, della possibilità formativa.

Questo ineludibile paradigma scientifico del Pof si esercita, si è detto, all'interno del "duplice" suo terreno formativo (dalle elevate cifre di interconnessione e interdipendenza): il terreno formativo intitolato ai processi cognitivi (è il tavolo dell'istruzione, sul quale si gioca la partita delle competenze linguistico-letterarie, storico-geografiche, matematico-scientifiche, tecnico-tecnologiche, artistico-creative) e il terreno formativo intitolato ai processi relazionali (è il tavoloeducazionale, sul quale si gioca la partita della socializzazione affettiva ed etico-valoriale dell'allievo).

a) Il versante dei processi cognitivi (l'istruzione) del Pof postula itinerari formativi longitudinali:

quali punto di incontro vuoi dei "saperi" prescritti dal curricolo nazionale, vuoi dei "saperi" elaborati - tramite la programmazione educativa e didattica - dai curricoli locali: questi ultimi, fertilmente introdotti nelle nostre periferie scolastiche dall'arcipelago innovativo della scuola a nuovo indirizzo (a tempo pieno, sperimentale, integrata et al.) capace di fare tesoro delle voci pedagogiche e didattiche più autorevoli e suggestive di questo secolo al tramonto: J. Dewey, M. Montessori, C.Freinet, J. Bruner, J. Piaget, B. Ciari, L. Malaguzzi).

Il versante dei processi cognitivi del Pof configura tendenzialmente percorsi di insegnamento-apprendimento contrassegnati da cifre monocognitive (saperi riproduttivi), metacognitive (saperi costruttivi) e fantacognitive (saperi intuitivi, euristici e trasgressivi) Con ciò, qualificando ciascun ambito disciplinare (linguistico, storico, scientifico, artistico ecc.) di tre funzioni nevralgiche: la funzione informativa-trasmissiva,la funzione ermeneutica-investigativa, la funzione euristica-creativa.

b) Il versante dei processi relazionali del Pof configura tendenzialmente itinerari formativi trasversali: quali punto d'incontro di un ricco traffico di vissuti socioaffettivi ed etico-valoriali. Loro compito nevralgico è quello sia di assicurare - fuori peraltro da qualsivoglia "prescrittività" curricolare - motivazione e significato agli intensi repertori alfabetici che popolano le pareti della scuola, sia di allargare l'orizzonte culturale del Pof su alfabeti eticosociali e assiologici fondamentali per potere dare al Piano dell'offerta formativa "gambe" pedagogiche capaci di guadagnare velocemente il traguardo di un'elevata qualità della formazione scolastica.

Ci riferiamo a valori collettivi come quelli della cooperazione, solidarietà, tolleranza, pace e a valori del soggetto-persona, come quelli della dignità, rispetto, amore, diversità, fede.

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