il Sistema integrato
Nei decenni
trascorsi sono state realizzate in Italia ricche esperienze di educazione
e formazione in età adulta, ma ciò si realizzava fuori da un sistema codificato
di politiche formative rivolte ai problemi del lavoro, della cultura, della
cittadinanza, ecc. Lo Stato ha speso ingenti risorse, proprie o della comunità
europea, senza mai acquisire la capacità di misurazione dei risultati, di
valorizzazione e certificazione delle competenze. Neppure il livello locale
ha offerto prove migliori, l'integrazione tra le esperienze non è mai stata
favorita, molto spesso è stata addirittura impedita, per un deficit culturale
prima ancora che per volontà politica, per l'irresponsabilità amministrativa
degli agenti pubblici e privati che ne hanno avuto responsabilità.
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Nasce il
Sistema Integrato
Incalzato dalle direttive
della comunità europea e in applicazione di accordi quadro con le Parti
Sociali lo Stato Italiano dà un segnale di profonda e decisa svolta politica
con il documento approvato dalla
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Conferenza Stato - Regioni
nella seduta del 2 Marzo 2000: |
LA RIORGANIZZAZIONE
E IL POTENZIAMENTO
DELL’EDUCAZIONE PERMANENTE DEGLI ADULTI
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L'Educazione degli Adulti e la Formazione Continua
vengono poste allo snodo di un complesso processo di riforme che investono
aspetti quali la scuola, il collocamento, le politiche migratorie, le
politiche sociali
e ambientali, le riforme istituzionali (decentramento/federalismo).
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La
più importante novità é
il Sistema
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Si propone un modello di gestione
del sistema profondamente dinamico, fondato sul principio che la rappresentanza
degli interessi e dei bisogni formativi dovrà essere espressa prioritariamente
al livello locale.
Sicuramente
non mancheranno le difficoltà: in presenza di una pluralità di soggetti
abilitati a realizzare formazione in età adulta (Stato - Enti Locali -
pubblico - privato - Comunità Europea - volontariato - privato sociale
- ecc.) sarà opportuno innanzitutto che i sottosistemi coinvolti nel processo
di integrazione si riconoscano, la loro stessa stabilità è una condizione
che deve essere ancora garantita.
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Nell'immediato futuro tutte le energie
dovranno essere rivolte affinché il livello locale acquisisca le risorse
culturali e le competenze per avviare la costituzione, e quindi governare,
il sistema integrato.
Allo
Stato spetta il compito di definire il ruolo e l'autonomia dei Centri
Territoriali Permanenti istituiti con l'Ordinanza Ministeriale 455/97. Alle Regioni compete la
riforma del sistema di Formazione Professionale e la definizione dei criteri
di accreditamento delle strutture formative.
Perché
il sistema funzioni occorrono norme coerenti, ma il vero punto strategico
è quello legato alle modalità, ai contenuti, alle forme, alla legittimazione
della concertazione.
In
ogni territorio le parti sociali devono essere in grado di esprimere
i bisogni dei propri rappresentati, di indicare le priorità che
dovranno essere attribuite al sistema integrato, di verificarne
politicamente gli esiti.
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Il
nodo più complesso
del
sistema sta nella
Rappresentanza
e
nella
Concertazione
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Il presupposto è che la rappresentanza
degli interessi sia forte e rinnovabile, che la concertazione non prescinda
dalla rappresentanza, che il governo del sistema integrato mantenga una
totale autonomia dalle parti sociali.
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