Tutoring


Cookie per gli annunci di Google e norme sulla privacy

Cerca nel web, nel sito, nei siti amicicerca

Google
 

Tutoring

Il tutoring può essere inteso come una modalità di gestione responsabile della classe, che consiste nell'affidare ad uno o più alunni la responsabilità di una parte del programma didattico, con alcuni obiettivi da raggiungere ben definiti. Le concrete modalità di attuazione del tutoring sono molteplici (l'alunno più grande che insegna al più piccolo; l'alunno più bravo in certi apprendimenti che insegna a chi deve ancora esercitarsi, ma anche l'alunno non molto bravo che viene responsabilizzato ad insegnare ai suoi compagni, ecc ... ).

Due sono gli scopi principali di questa modalità di lavoro:

  • sul piano educativo, favorire la responsabilizzazione;

  • sul piano dell'insegnamento, rendere più efficace la comunicazione didattica.  


TUTOR (della formazione)

A cura di Rosanna Chiaroni*

 

Il tutor (facilitatore dell'innovazione) deve promuovere l'efficacia del progetto di diffusione dell'innovazione, garantirne la corretta interpretazione, essere strumento d'appoggio all'insegnante innovatore…

Le competenze professionali del tutor possono essere costruite grazie alla progettazione accurata di un piano di formazione al termine del quale il tutor deve: saper analizzare le risorse, organizzare strutture e materiali, gestire la comunicazione da e verso il polo [centro-risorse, ndr], controllare e osservare il flusso delle informazioni, definire i report, svolgere una mediazione didattica verso i formatori e nei confronti dei materiali, saper rilevare i bisogni di formazione (cognitivi, relazionali e affettivi), controllare le fasi e i processi operativi, individuare gli inibitori, controllare la qualità in itinere e finale.

Sul piano della relazione il tutor deve avere atteggiamenti positivi verso gli altri, essere capace di comprendere le situazioni, essere una presenza capace di gestire, animare, motivare, essere capace di assumere decisioni, saper interagire, sostenere, consigliare, saper dare informazioni e istruzioni; inoltre, sul piano culturale più generale, il tutor di uno specifico progetto deve avere una buona conoscenza dei quadri concettuali di riferimento della discipline coinvolte nel progetto stesso.

 

Le competenze

 

Per realizzare le funzioni prima descritte si richiedono al tutor competenze che devono afferire a diverse aree di professionalità, che possono così essere sintetizzate:

  • Saper interagire in modo corretto e produttivo con persone in situazioni profesisonali e di ruolo molto diverse (gruppi in formazione, relatori, tecnici, staff organizzativo, gruppo di progetto, ecc.);
  • Aver padronanza della comunicazione verbale e non verbale, saper dare istruzioni, produrre schemi, utilizzare strumenti;
  • Saper interpretare i bisogni di formazione e sapervi rispondere;
  • Saper motivare, animare, dirigere, gratificare il gruppo (in riunioni, discussioni, situazioni di autoapprendimento guidato);
  • Saper osservare comportamenti e atteggiamenti e intervenire per migliorare la produttività del gruppo;
  • Saper mediare obiettivi e contenuti del corso; in particolare deve saper "contrattare" gli interventi degli esperti in relazione ai bisogni formativi del suo gruppo;
  • Saper intervenire nel campo della progettazione didattica, soprattutto saper riprogettare il piano formativo in relazione ad esigenze particolari, eventi esterni, necessità contingenti;
  • Saper esercitare azioni di cambiamento e di innovazione; in una parola saper esercitare un ruolo di supporto della motivazione e inventare le strategie più idonee per dare efficacia alle varie fasi del progetto.

(*) R.Ghiaroni, La formazione del tutor dei processi di innovazione, in MPI-Direzione Generale Istr.Classica, Nonsolostoria. Un modello di formazione per i tutor, Roma, 1998

 

Torna alla T     Torna all'alfabeto

 


Cookie per gli annunci di Google e norme sulla privacy