Alla scoperta del tutor


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IL TUTOR


  Il termine, nell'accezione dominante, si rifà alle istituzioni scolastiche britanniche, ma è di origine latina. Deriva, infatti, dal verbo tutari, che significa proteggere, difendere, custodire.
Proprio per sottolineare la dimensione forte del termine , esso viene usato in botanica per indicare il sostegno a cui si appoggiano le giovani piante, per garantirne e indirizzarne la crescita.

  Diversi sono i luoghi e i momenti della formazione in cui viene utilizzato il tutor:

1) nelle Università di diversi paesi stranieri è da tempo presente una figura di tutor. In Italia la legge 19 Novembre 1990 n° 341 di "riforma degli ordinamenti didattici universitari"
iscrive tra le funzioni formative dell'Università, quella tutoriale. E' pertanto compito dei professori e dei ricercatori guidare il processo di formazione culturale dello studente attraverso l'assistenza e l'orientamento per rendere tutti gli studenti protagonisti del processo formativo e rimuovere gli ostacoli che impediscono una proficua frequenza dei corsi. Esistono anche esperienze di peer tutoring , affidato a studenti degli ultimi anni di corso per le matricole. La funzione viene utilizzata con l'intento di offrire una soluzione alla gestione dello snodo tra scuola superiore e università.

2) La figura del tutor è riscontrabile anche nei collegi privati e in quelli statali. Il tutor cura la persona, è il suo consulente, la sua guida e il suo sostegno.

3) Nella formazione a distanza il percorso didattico, agito per lo più in situazione di autoapprendimento, deve essere supportato da funzioni tutoriali a sostegno della motivazione, della comunicazione didattica, del consolidamento dell'apprendimento.

4) Nelle aziende è assai diffuso l'impiego del tutor nei corsi di formazione volti a qualificare, aggiornare, riconvertire personale interno.

   A questa tipologia di tutorship la ricercatrice si è rivolta, per approfondirne le modalità, alla ricerca di eventuali contributi di riflessione da consegnare agli operatori del mondo della scuola e della formazione professionale.

LA TUTORSHIP COME COMPONENTE DEL RUOLO DOCENTE


   Quello che si limita a informare, trasmettere contenuti a qualsiasi ambito scientifico, tecnologico e culturale essi appartengano è un processo di insegnamento completo?

   L'oggetto del mestiere di docente è basato sul rapporto di insegnamento/apprendimento.
Infatti il docente è considerato un esperto disciplinare, quindi di saperi specialistici, e contemporaneamente esperto di formazione pedagogica.

   E' necessario, a questo punto fare due precisazioni:

1) formare significa fare apprendere con l'insegnamento; non c'e' vero apprendimento senza il coinvolgimento attivo e l'organizzazione autopoietica della mente del formando.
Non si può negare, quindi, che la formazione è componente forte del ruolo docente;
2) l'obsolescenza a cui sono sottoposti oggi nozioni, concetti e teorie indica che non si può fondare solo su di essi una formazione che sia duratura.

   Ciò non significa che i contenuti sono esterni al processo formativo, ma significa che vanno disgiunti dalle capacità cognitive, pur continuando ad essere coniugati nel sapere curricolare.


   La didattica di oggi si sta orientando verso tale consapevolezza, nonostante le abitudini di lavoro, gli schemi mentali resistenti e le verifiche finali, portino il docente a dare priorità alla conclusione del "programma" e a trascurare la gestione congiunta di contenuti e capacità cognitive.

   La stessa frattura avviene al momento della verifica, quando a essere privilegiati, come oggetto di controllo dell'apprendimento, sono i contenuti.

   E' dunque del mestiere del docente far apprendere saperi, stili mentali, stili comportamentali.

   La formazione quindi non è riconducibile ad un unico itinerario, quello nozionistico ed accumulativo, ma ad una varietà di percorsi di incontro con le metodologie che consentono di produrre le conoscenze, di rielaborarle e di promuovere coloro che sanno usare procedure cognitive basate sulla capacità di interpretare, collegare, trovare i problemi e non soltanto risolverli.

   Tutte le teorie dell'apprendimento concordano sul fatto che la mente apprende in situazione di protagonista/autrice e non di spettatrice;

   Come può il docente assicurare che ciascun soggetto sia protagonista del proprio apprendimento?

   Qualche testimonianza utile può essere appresa dalla formazione degli adulti attraverso le numerose esperienze di tutorship.

   Le garanzie di apprendimento sono affidate al docente/tutor che assume il presidio dei diversi livelli dell'attività didattica:

1) quello della "comunicazione",
2) quello della "comprensione",
3) quello della "interiorizzazione",
4) quello della "consapevolezza"
.

   Il ruolo del docente è di guida alla conoscenza per facilitare il disvelamento dei processi cognitivi alle menti dei partecipanti.

   Gli apprendimenti sono intimamente legati al livello di partenza del soggetto, cioè al suo livello di organizzazione strutturale; in altre parole il soggetto può apprendere solo ciò che è disposto ad apprendere.

   In pratica il docente che guida il processo della conoscenza deve saper riconoscere gli stili soggettivi per adeguare, di volta in volta, gli ambienti cognitivi e dare la possibilità a tutte le menti di apprendere.

   E' necessario che il docente assuma una funzione tutoriale nella gestione dell'attività d'aula allo scopo di integrare la sua condizione di esperto di contenuti disciplinari con quella di operatore di cultura, per creare una dimensione sociale in cui egli e i suoi allievi siano protagonisti.

IL COORDINAMENTO

  Il processo di insegnamento/apprendimento di una classe deve prevedere coerenza e coesione. La logica dell'insegnante che opera isolato all'interno della sua disciplina deve necessariamente essere superata.

   La condizione per superarla consiste nel coordinamento tra coloro che lavorano all'interno della classe.

  E' prassi nominare all'interno del C.d.C un coordinatore a cui, però, non viene riconosciuta una specifica responsabilità. Egli, di solito controlla le assenze degli studenti, le segnala a chi di competenza, contatta le famiglie.

  Il coordinatore non ha compiti di coordinamento didattico, i quali prevedono operazioni congiunte e confronti periodici continui.

  Preliminare tra esse è l'individuazione comune degli obiettivi trasversali (le competenze e i comportamenti su cui si dovrebbe centrare oggi la formazione).

  Coordinarsi sul piano didattico comporta inoltre la scelta di modalità e di comportamenti di verifica e valutazione omogenei.

  Coordinarsi significa anche concordare delle linee generali e comuni di azione, pur salvaguardando le differenze tra le personalità di tutti i soggetti coinvolti, che non vanno certo appiattite.

  Alcune di queste linee generali potrebbero essere oggetto di un "patto di vita di classe" con gli studenti.

  Ogni contesto classe richiede quindi un "patto pedagogico-didattico" tra i docenti, un progetto formativo di classe per facilitare le collaborazioni, le intese, per rendere visibili le reciproche responsabilità.

  Per realizzarlo è necessario che ciascuno si assuma la responsabilità di quella parte degli obiettivi di cui è titolare.

  Il concetto di responsabilità è importante: significa condividere le finalità e l'obiettivo comune e accettare i vincoli, ma anche essere disposti a rispondere del risultato raggiunto a fronte del
proprio obiettivo specifico.

  L'attribuzione di responsabilità su obiettivi specifici nell'ambito di un progetto comune comporta il riconoscimento di autonomia, nel senso che, stabiliti e accettati gli obiettivi e le linee generali d'azione, ciascuno, per esserne responsabile, deve godere dell' autonomia necessaria per decidere le attività e gli interventi specifici che egli ritiene necessari per raggiungerli.

  L'armonizzazione degli sforzi autonomi di tutti coloro che si adoperano al raggiungimento di obiettivi propri, che tuttavia sono funzionali al raggiungimento di obiettivi comuni, avvengono attraverso la pratica del coordinamento.

  Occorre strutturare il funzionamento della classe come progetto e il suo coordinamento, su alcuni capisaldi funzionali e organizzativi:

1) il progetto formativo di classe;
2) il team di classe;
3) il responsabile del progetto formativo di classe.

IL PROGETTO FORMATIVO DI CLASSE

  Il progetto formativo di classe viene strutturato sulla base di due vincoli essenziali: le linee generali del P.O.F. e l'acquisizione delle conoscenze e delle competenze disciplinari previste dai programmi (nella forma dei "saperi minimi disciplinari").

  Il progetto, essendo strumento di garanzia del coordinamento didattico e della coerenza del processo, contiene gli obiettivi trasversali, le scelte metodologiche, le linee d'azione e le opportunità di arricchimento del curricolo.

  L'area degli obiettivi trasversali deve essere necessariamente concordata con tutti i docenti del C.d.C. e, per la buona riuscita del percorso didattico, non può essere lasciata all'improvvisazione del singolo docente o dell'agire quotidiano.
Non è invece area di decisionalità del gruppo dei docenti della classe quella dei saperi disciplinari.

  Prima di fissare gli obiettivi trasversali, è importante svolgere un'operazione preliminare: quella di diagnosi e valutazione dei prerequisiti, cioè delle reali capacità già acquisite da quei soggetti di quella classe.

  L'area degli obiettivi, per essere utile e non un mero atto burocratico, richiede nella formalizzazione che essi siano:

1. chiari e inequivocabili; (responsabilità di ciascun docente)
2. funzionali agli scopi operativi per i quali sono stati individuati;
3. non generici e troppo complessi tali da legittimare libere
interpretazioni;
4. realistici, cioè attendibili rispetto al potenziale individuale degli
studenti.

  Per un efficace coordinamento didattico è opportuna una sintonizzazione metodologica e comportamentale. E' opportuno, in sede di consiglio, pervenire ad accordi, anche minimali, onde evitare che chi apprende sia immerso in ambienti formativi talmente discordanti da essere indotto a disorientamento cognitivo.

  Nel progetto formativo è importante valutare non solo gli studenti, ma anche il progetto di classe.

  E' importante anche l'area dell'arricchimento del curricolo che è elemento costitutivo dell'identità dell'offerta formativa che un istituto progetta per la sua utenza. Possono rientrare nel progetto di classe tutte le attività extrascolastiche previste nel P.O.F.

  Il progetto formativo di classe può essere formalizzato in diverse versioni redazionali ( un conto è che sia strumento di lavoro per i docenti, un conto è che sia oggetto di comunicazione agli studenti e alle famiglie).

  Delineata la struttura del progetto di classe, si pongono due questioni: quella di chi ha la responsabilità della sua attuazione e quella di chi deve detenere la responsabilità del raggiungimento degli obiettivi finali.


IL RESPONSABILE DEL PROGETTO FORMATIVO DI CLASSE

  Nel progetto formativo di classe la funzione di coordinamento delle risorse e la responsabilità dei risultati fa capo a un project leader.

  Il project leader è un docente, un primus inter pares, a cui viene affidata la responsabilità di coordinamento del progetto che comunque prevede ed esige il contributo di una serie di altri esperti. Il responsabile del progetto formativo di classe è uno dei docenti che per quel progetto specifico, il progetto di classe, assume il ruolo di coordinatore e di responsabile; mentre in altri progetti di classe riveste semplicemente il ruolo di docente.

  Il responsabile del progetto formativo di classe assicura in prima persona il monitoraggio del processo formativo, la verifica dell'efficacia del processo e il relativo feedback, il flusso di comunicazioni, il coordinamento didattico e il coordinamento organizzativo . E' responsabile della formulazione del progetto, della programmazione, dei rapporti dei progetti con l'esterno e della valutazione dei risultati del progetto stesso.

  Interlocutori normali del responsabile del progetto sono i componenti del team di progetto (cioè gli altri docenti della classe); gli allievi, sia come classe che come singoli (e indirettamente le loro famiglie; e gli organi di governo dell'Istituto.

IL TEAM DI CLASSE

  A chi tocca la responsabilità di assicurare che venga realizzato il progetto di classe? Anzitutto, e necessariamente, all'insieme dei docenti che, in relazione al progetto classe, si costituiscono in team di classe.
  Il team di classe è formato da tutti i docenti della classe, coordinati dal responsabile del progetto formativo di classe.
Il team di classe deve proporsi i seguenti compiti:

1) formulare il progetto di classe (competenze pedagogiche):

- individuare gli obiettivi trasversali prioritari;
- stabilire criteri e parametri per misurarne il raggiungimento;
- decidere le opzioni metodologico-didattiche comuni;
- decidere le opportunità di arricchimento del curricolo;

2) assicurare la coesione e la coerenza tra i vari apporti disciplinari e le varie attività (competenze disciplinari):

- individuare i contributi richiesti e possibili di ogni disciplina;
- indicare i punti di connessione degli apporti disciplinari con gli obiettivi trasversali;
- prendere visione dei programmi disciplinari stesi da ciascun docente;
- favorire la ricaduta didattica delle esperienze di arricchimento e personalizzazione del curricolo;

3) concordare le linee generali di azione (competenze pedagogiche e disciplinari):

- inventariare le risorse necessarie disponibili e la loro distribuzione;
- stabilire punti e momenti di verifica comune, in itinere;
- analizzare le cause dei possibili scostamenti (positivi e negativi);
- stabilire eventuali interventi modificativi e correttivi sulla classe o sui singoli allievi;
- stabilire modalità e criteri per la valutazione dell'apprendimento degli allievi;

4) comunicare il progetto di classe (competenze pedagogiche):

- stabilire modalità di informazione, coinvolgimento e rendicontazione alla classe, alle famiglie, agli organi di governo dell'istituto;
- stabilire collegamenti con gli altri progetti di classe.

  In che cosa il team di classe è diverso dagli attuali Consigli di Classe?

Anzitutto per il suo carattere progettuale. Nel team di classe si elabora su dati e informazioni, e si decide su obiettivi, metodi e piani di azione.

Poi per il suo carattere impegnativo. La realizzazione di ciò che viene deciso nel team di classe costituisce una precisa responsabilità di ogni suo membro, ed è diritto dovere di ogni membro del team renderne e chiederne conto agli altri membri.

  Superando la funzione, spesso rituale e burocratica del C.d.C., il team di classe è un modo per arricchire con una forte componente di responsabilità l'autonomia, che comunque, nel lavoro di classe, ad ogni docente rimane come caratteristica della propria professionalità.


Lucia Portolano


Supporto bibliografico:
"Tutorship e apprendimento. Nuove competenze dei docenti nella scuola che cambia" Di Ornella Scandella. Ed. La Nuova Italia


Il tutor d'aula (P. Appari)

Il tutor on line come ricercatore esperto (Mariella Luciani)

 


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