Digitale
(S.Penge)
La parola digitale è una cosa nuova. Sta a metà strada tra scritto e parlato,
è insieme provvisoria (può sempre essere modificata) e definitiva (non
ha bisogno di una versione finale su carta). Parola scritta e parola parlata
sono termini un po' ambigui. "Parola scritta" fa pensare che esista una
parola tout court e che questa parola possa essere letta o scritta. Nella
nostra storia invece la scrittura nasce come sistema di registrazione
del parlato. Solo in seguito si emancipa almeno parzialmente (nella sintassi,
etc.). Ma comunque la scrittura è parola parlata messa per iscritto. Invece
la parola digitale può non essere affatto pensata per la lettura. Per
esempio, il codice di un programma per computer non verrà probabilmente
mai letto da nessuno, almeno nel senso di "lettura" inteso solitamente
(prescindendo cioè dall'attività di un interprete software o dell'umano
che va cercando bugs di programmazione)
In generale il digitale ha alcune caratteristiche fondamentali che non
vanno dimenticate ogni volta che se ne vogliono capire le applicazioni:
- flessibilità: il costo delle operazioni di lettura è paragonabile
a quello di scrittura. Questa riduzione della differenza di costi porta
con sé un avvicinamento tra i ruoli del lettore e dello scrittore.
- collettività: non è possibile distinguere tra originale e copia,
tra primo autore e chiosatori successivi di un testo digitale. Ogni opera
digitale è un'opera collettiva, appartiene ad una comunità.
- virtualità: c'è una coincidenza
tra dati e operazioni. Nella vita comune un martello è uno strumento e
un chiodo è il dato sul quale lo strumento martello viene applicato, e
questa situazione non può essere rovesciata. Invece nel mondo digitale
una funzione può avere come dato un'altra funzione, e persino se stessa.
Questo fornisce ad un oggetto digitale la possibilità di autoreplicarsi,
o di modificarsi dinamicamente.
- omogeneità: mentre un quadro e una sinfonia sono cose talmente
diverse da giustificare un intero movimento teorico che le metta in relazione,
senza mai arrivare a unificarle, le versioni digitali di immagine e suono
sono assolutamente simili almeno nei formati. Come suggerivo paradossalmente
tanti anni fa, in linea di principio un programma di rappresentazione
grafica potrebbe assumere come suoi dati quelli di un file sonoro, e un
programma di riproduzione audio potrebbe "suonare" un'immagine digitale.
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