La
discalculia
L’acalcolia (o acalculia) è un disturbo che compromette la
normale capacità di fare di conto. Essa è dovuta a lesioni
nella parte posteriore dell’emisfero sinistro, ed è indipendente
dal livello di istruzione o dal quoziente d’intelligenza. Questo
implica che anche un ingegnere potrebbe diventare incapace di eseguire
operazioni aritmetiche in seguito ad un incidente stradale che leda le
aree interessate, oppure che un bambino inabile al conto può mostrare
elevate capacità in altri ambiti.
L’acalcolia può presentarsi in due differenti forme:
1) acalcolia primaria o anaritmetria: i normali processi di calcolo sono
compromessi. Gli errori di conto nell’aritmetria possono essere
dovuti a:
- Perdita di memoria dei fatti aritmetici. Ci sono operazioni matematiche
molto semplici che una
persona anche con basso livello di istruzione svolge rapidamente. Ad esempio,
2 X 4, 7 X 3, sono conti che vengono eseguiti automaticamente, così
come le moltiplicazioni e divisioni per 10. Chi ha perso la memoria dei
fatti aritmetici tratta queste operazioni allo stesso modo di calcoli
più complessi, le esegue, il più delle volte correttamente,
ma solo dopo un laborioso processo di calcolo ed estrema lentezza. Questo
è possibile perché l’abilità nell’usare
le regole matematiche rimane intatta. Le persone con anaritmetria invitate
a velocizzare i tempi, aumentano la percentuale degli errori.
- Incapacità nel manipolare i fatti aritmetici. In questi casi
il soggetto non è in grado di eseguire i calcoli perché
non riesce neppure ad applicare le regole matematiche. Chiedere alla persona
di eseguire una moltiplicazione equivale a chiedere l’impossibile.
2) acalcolia secondaria: il deficit di calcolo è una conseguenza
di processi di lettura, scrittura, memoria, linguaggio o attenzione. In
questo caso si può distinguere:
- Acalcolia spaziale: non si riesce a contare perché non si è
in grado di incolonnare adeguatamente le cifre. Il soggetto, ad esempio,
non esegue correttamente l’addizione perché scrive le centinaia
nella colonna delle unità, oppure omette la scrittura di alcune
cifre. Il disturbo non è legato a cattiva volontà o a eccessivo
disordine, ma è conseguenza di altri disturbi spaziali, quali il
neglect.
- Alessia per i numeri: non si riesce a leggere correttamente i numeri,
come conseguenza di un disturbo generale di lettura o un disturbo specifico
che riguarda esclusivamente la lettura dei numeri. Il deficit può
essere relativo alla lettura delle singole cifre (ad esempio, 3500 viene
letto tremila settecento, 304 viene letto trecento sei) o all’ordine
e alla grandezza dei numeri ( ad esempio, 3500 viene letto tremila cinquanta,
304 viene letto tremila quattro)
- Difficoltà nel recupero dei nomi dei numeri: si riesce a contare
adeguatamente ma si risponde in maniera sbagliata. Ad esempio, un soggetto
può rispondere “7” al calcolo: 3 + 6, scrivere 3 ma
scegliere con sicurezza 9 nell’ambito di una scelta multipla.
- Difficoltà nel comprendere i numeri scritti: vi può essere
difficoltà nel comprendere i numeri scritti in cifre ma può
essere conservata la capacità di comprendere gli stessi se scritti
in lettere.
- Difficoltà nel comprendere numeri detti a voce: le difficoltà
possono essere circoscritte alla capacità di capire i numeri uditi
mentre non ve ne sono nei confronti dei numeri presentati visivamente.
Da questa breve illustrazione emerge come l’intervento sull’acalcolia
debba essere mirato alla particolarità del disturbo e, nel caso
di acalcolia secondaria, bisognerebbe intervenire a monte del problema
e non sul disturbo di calcolo in sé, che da solo non darebbe risultati
soddisfacenti.
Alessandra
Banche
I
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