La multimedialità a scuola
Venezia, 07-03-1997
Roberto Maragliano
INTERVISTA:
Domanda 1
Come si può usare la multimedialità nella scuola? Risposta
La si può usare in diversi modi: o come semplice macchina, con
la quale insegnare quel che si continua ad insegnare, o come oggetto di
insegnamento. E queste sono due soluzioni accettabili ma, comunque, a
mio avviso, limitate. Sarebbe bene utilizzarle come ambiente entro il
quale ripensare le forme e i modi dell'insegnamento, i contenuti dell'insegnamento,
le modalità dell'apprendimento. Partire dalla macchina, come da
sempre, si parte dal libro.
Domanda 2
Ma come si può cambiare l'attuale sistema scolastico?
Risposta
La multimedialità, comunque, anche quando viene prodotta ai livelli
minimi, mette la scuola in rete con il mondo, consente alla scuola di
partecipare alla vita del mondo, consente alla scuola di uscire dalla
sua chiusura. E questo è già un grandissimo risultato sia
per la cultura dei docenti, sia per gli studenti. Si tratta di ribaltare
completamente la modalità classica di insegnamento della scuola,
partire da quello che i ragazzi sanno, da quello che vivono, da quello
che i bambini sono, grazie anche alla multimedialità.
Domanda 3
E invece cosa dovranno fare gli insegnanti per aggiornarsi?
Risposta
Ma io credo che lo si possa dire con una formula: gli insegnanti devono
'rimbambinirsi', devono farsi bambini, devono accettare dalla multimedialità
l'incrocio e la pluralità dei linguaggi, devono imparare a stare
in rapporto con le cose, con le conoscenze, con le esperienze. Devono
imparare ad immergersi nella realtà. Penso, dunque, che il digitale
dia un valore aggiunto agli oggetti della conoscenza, e permetta, tramite
il virtuale, di dare più spessore, più contestualizzazione,
più realtà al reale.
Domanda 4
Lei ha parlato di una dimensione dell'oralità?
Risposta
La dimensione dell'oralità va vista anche in senso metaforico.
I ragazzi e noi stessi, quando ascoltiamo, stiamo in un rapporto di totale
condivisione ed immersione nel suono. La multimedialità consente
di creare lo stesso tipo di rapporto con le conoscenze, non come una forma
di sapere critico, distaccante, ma come una forma di sapere condiviso,
partecipante, immersivo.
Domanda 5
Per quanto riguarda il rapporto fra il bambino e il videogioco, Lei
ha detto che il bambino vive il ciberspazio come nel liquido amniotico.
Risposta
Si, il videogioco rappresenta una grande rivoluzione epistemologica, da
molti punti di vista. Prima di tutto perché consente al soggetto
di stare in un rapporto con le situazioni, di stare in un rapporto multi
sensoriale. In secondo luogo perché crea rete di condivisione,
di socialità, crea intelligenza collettiva. I bambini si scambiano
le soluzioni dei videogiochi, leggono le riviste in cui queste soluzioni
poi vengono pubblicate, fanno gruppo, fanno coscienza, fanno conoscenza.
Io credo che il futuro della tele didattica sia di assumere il videogioco
come matrice per l'insegnamento.
Domanda 6
Crede che il digitale potrà, in qualche modo, "uccidere" il libro?
Risposta
No, questa è una delle mille sciocchezze che vengono dette soprattutto
da coloro che non sono utenti del digitale. Ce ne sono molti anche nel
nostro Paese che non sono utenti del digitale e che parlano senza sapere
di che cosa parlano. La multimedialità può rinforzare il
libro, sempre che gli editori diventino, come soggetti e come istituzioni,
loro stessi utenti e produttori di digitale.
Domanda 7
Si è parlato anche di una carta per tutelare i bambini dagli
eventuali problemi e pericoli di Internet e delle reti. Lei cosa ne pensa?
Risposta
Io penso che sia una prospettiva importante da tenere presente. Penso
che la morale, così come la pedagogia, in un mondo come il nostro
abbia bisogno di infrastrutture; e le infrastrutture costano. Il bambino
non può vivere in totale libertà; però, la famiglia,
può chiedere dei servizi e pagare i servizi di accesso filtrato
ad Internet. Penso che questa possa essere un'ipotesi per il futuro: avere
delle agenzie, dei server che producono dei filtri all'interno dei quali
la navigazione del bambino sia libera.
Domanda 8
Lei ha anche affermato che il multimediale ha rilanciato delle caratteristiche
che sono proprie del popolo italiano, come la musica e il teatro. In che
modo?
Risposta
Il mondo ci conosce per la nostra tradizione musicale, ci conosce per
la nostra tradizione culinaria, per la nostra tradizione artistica, per
le nostre città. Sono tutte cose che possiamo e dobbiamo trasferire
in multimediale, perché noi dobbiamo entrare in contatto con il
mondo per quello che il mondo ci chiede e per come il mondo ci conosce.
Io credo che sia assurdo che la nostra scuola, che pure dovrebbe essere
tramite di questa cultura, centri tutta la sua attenzione su Manzoni,
e disconosca completamente Verdi. Un giapponese sa chi è Verdi,
ma non conosce Manzoni. Se vogliamo pensare ad un'Italia che stia in Europa
e nel mondo, forse dovremmo puntare su Verdi.
Domanda 9
Quali sono, a Suo avviso, le materie che un bambino
può studiare in modo più completo grazie al digitale?
Risposta
Questo è un problema. Il digitale rompe l'architettura delle materie,
e un bambino che videoscrive compie maggiore attività; in teoria,
egli dovrebbe avere dietro di sé docenti di lingua, di tecnologia,
di arte, perché esiste un'educazione alla grafica; e anche docenti
di musica: nel caso di Win Scribo, il programma di scrittura consente
anche l'esecuzione vocale e musicale. Quindi, il bambino dovrebbe avere,
come supporto, un'équipe. Questo è assolutamente impossibile
e sarebbe anche sbagliato perché ogni docente, poi, punterebbe
l'attenzione sul suo specifico. Il problema è che in questo caso
si perdono gli specifici, e si crea una condizione nuova rispetto alla
quale l'insegnante deve mettersi in gioco, deve essere insegnante di abilità,
di competenze, di conoscenze, di esperienze e meno insegnante di disciplina.
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