IL PENSIERO |
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I L P E N S I E R O I)
è la facoltà di conoscere e comprendere
gli aspetti generali e universali delle cose, senza dipendere immediatamente,
e di volta in volta, dalle singole cose e dagli aspetti isolati con cui esse
ci appaiono. Si tratta cioè della capacità di cogliere il reale per "astrazione".
Ad es. con la parola "mela" possono essere comprese e identificate
tutte le mele del mondo, anche se ogni mela può essere diversa dall'altra. Inoltre
col concetto di "mela" s'intende un vasto complesso di elementi strettamente
integrati: forma, colore, volume, peso, ecc. II)
Il pensiero è presente in ogni fenomeno cosciente: è l'attività che
percepisce, elabora ricordi, coordina immagini, astrae, compara, giudica,
ragiona. Abbiamo un pensiero percettivo che ci mette in contatto con gli
avvenimenti che accadono in noi e nel mondo esterno; un pensiero immaginativo
che ci rappresenta i dati percepiti o evocati dal passato; un pensiero
associativo che stabilisce un certo ordine tra i vari fenomeni psichici; un
pensiero affettivo che elabora le manifestazioni della nostra affettività; un
pensiero volitivo che presiede ad ogni azione volontaria. III)
Il pensiero si eleva al di sopra del mondo delle percezioni per formare schemi
generali che sono i concetti; esso afferra relazioni e trasforma il materiale
fornito dai ricettori sensoriali in un sistema di giudizi, attraverso un
processo di analisi e sintesi (ragionamenti). 1)
La formazione dei concetti.
Presupposto necessario alla formazione del ragionamento è il concetto:
termine con cui ci si riferisce ad un simbolo astratto e generale che
racchiude tutte le caratteristiche più rilevanti, comuni a un gruppo
determinato di oggetti o eventi. I concetti si formano perché il nostro
pensiero separa nella realtà quello che è utile o essenziale da ciò che è
superfluo, ovvero le caratteristiche costanti da quelle variabili. Noi
riconosciamo e classifichiamo gli oggetti sulla base dei concetti. Questo
processo di schematizzazione dei dati percettivi rappresenta una grande
economia di energia e di pensiero. Se dovessimo affrontare ogni oggetto o
situazione come se fossero unici e irripetibili, saremmo sopraffatti dalla
realtà. I due processi fondamentali per giungere alla formazione di un
concetto sono quindi l'astrazione e la generalizzazione. 2)
Il pensiero come giudizio.
Si parla di giudizio esplicito quando dalla percezione (che di per sé può
anche costituire un giudizio implicito) si passa ad una riflessione cosciente,
espressa verbalmente o per iscritto o in maniera gestuale. L'attività
giudicativa consiste nel riunire due percezioni o due immagini o due concetti,
stabilendo tra loro un rapporto. Giudicare significa congiungere due termini
con una affermazione, o separarli con una negazione. Ad es. il viso di una
persona incontrata ci fa venire in mente quello di un'altra persona: questa
associazione per somiglianza, per diventare giudizio, richiede che il pensiero
decida la verità o la falsità dell'asserzione. Il giudizio presume sempre
una qualche certezza, o in positivo o in negativo. 3)
Il pensiero come ragionamento.
Quando da uno o più giudizi ricaviamo la validità di un altro giudizio
(l'affermazione di un nuovo rapporto), noi elaboriamo un ragionamento.
Stabilito un punto di partenza, si cerca di arrivare a un punto di arrivo. Il
giudizio di conclusione scaturisce dalle premesse, considerate come evidenti,
e dai rapporti logici con altri giudizi che si fanno nel corso del
ragionamento. Il passaggio da un giudizio all'altro costituisce il processo
della ragione, che è appunto una serie coordinata di giudizi in un tutto
organico. Dai dati particolari passiamo, con un procedimento induttivo, ai
principi generali e dai principi generali, con un procedimento deduttivo,
passiamo alle conseguenze particolari; oppure procediamo per somiglianze, ma
il procedimento per analogia non è rigoroso. 4)
Il pensiero nell'età evolutiva. Il pensiero si struttura durante l'età
evolutiva, in rapporto alla progressiva maturazione fisica e psichica
dell'individuo. ·
Nell'infanzia la vera
attività intellettuale non è ancora comparsa: il pensiero è sorretto da uno
schematismo pre-logico, legato ai dati immediati della percezione. Il bambino
inizia a ragionare con la forma analogica, che risponde al primo bisogno di
"prova", cioè con un procedimento di verosimiglianza che va da un
particolare a un altro particolare, detto "transduttivo" (aldilà
della deduzione). Questo pensiero difetta di analisi, è irreversibile,
unidirezionale. ·
Il fanciullo invece
confronta gli oggetti tra loro e ci ragiona sopra, nota le caratteristiche
comuni e differenti, intravede nuovi rapporti, pur nei limiti dell'immediato
presente. ·
L'adolescente supera il
ragionamento concreto del fanciullo, basato unicamente sulle azioni e sulla
realtà, e sconfina nel campo del pensiero puro, della logica formale
(aritmetica, matematica, geometria ecc.), dando così inizio al ragionamento
ipotetico-deduttivo, svincolato da ogni dipendenza dal reale. 5)
Caratteristiche essenziali del pensiero logico ·
Un pensiero sensoriale è
concreto, un pensiero intellettuale è astratto. La capacità di astrazione
permette di cogliere l'essenziale di un tutto, di analizzare il tutto nelle
sue parti e di riunirle nell'unità della sintesi. Un pensiero logico ha la
capacità di riflettere sulle proprietà comuni delle cose, di schematizzarle
nella struttura del concetto e di ordinare i concetti in un serie gerarchica,
secondo il loro grado di astrazione. Solo attraverso il pensiero logico il
soggetto si rende conto di sé e rende conto di sé agli altri. ·
Da ricordare anche il pensiero
intuitivo, che ci permette di cogliere la verità non col ragionamento, ma con
una specie di illuminazione interna, improvvisa, inconscia. Questo pensiero
spesso lo si ritrova (unito al pensiero logico) a capo di molte scoperte
scientifiche, ma soprattutto nel campo artistico e religioso. 6)
Il linguaggio 7)
Il pensiero produttivo Il
pensiero produttivo è quella forma di ragionamento che entra in azione ogni
volta che ci troviamo di fronte a una situazione problematica, possibile di
soluzione, ma tale da non presentare possibilità di soluzioni immediate e da
non permettere nemmeno l'impiego di schemi di comportamento abituali. Tale
situazione, se risolta, porta in genere a una nuova conoscenza. ·
Su questa particolare forma di
pensiero è da vedere il contributo offerto dagli studi sulla psicologia
animale compiuti da Kohler (uno dei maggiori esponenti della psicologia della
percezione). ·
Le sue numerose osservazioni
possono essere ricondotte a questo schema: un animale è affamato e quindi
motivato a prendere cibo; questo non può essere raggiunto direttamente; per
farlo l'animale deve risolvere un piccolo problema (p.es. aggirare la gabbia,
utilizzare delle cassette o dei bastoni). I risultati mostrano che lo scimpanzé
giunge alla soluzione mediante un'improvvisa riorganizzazione del campo
psicologico (ciò soprattutto avviene nel momento in cui, p.es., il bastone
cambia di significato e diviene da oggetto per giocare a strumento). ·
Normalmente le difficoltà che
impediscono di ottenere la soluzione di un determinato problema sono legate
alla tendenza propria del pensiero umano a ricercare dei metodi risolutivi già
sperimentati per problemi analoghi. ·
A volte risulta difficile vedere
altre proprietà o funzioni in un oggetto che è sempre stato utilizzato in
una determinata maniera (p.es. una bottiglia che in una situazione d'emergenza
può anche essere vista come "candeliere"). ·
Quando questa fissità dovuta
all'abitudine è tale da precludere con un certa forza la soluzione dei
problemi, si parla di rigidità mentale. ·
Tuttavia l'individuo, a differenza
dell'animale, può distaccarsi dalla situazione, mettersi al di fuori della
presenza reale degli oggetti, al fine di cercare la giusta soluzione. In lui
si realizza il ragionamento che è reso possibile in quanto ha raggiunto il
pensiero concettuale. 8)
Il pensiero onirico ·
Freud è stato il primo ad
occuparsi seriamente dei sogni in maniera del tutto nuova rispetto alle teorie
mediche precedenti. Egli riteneva che il sogno, come il lapsus, doveva essere
considerato come un fenomeno psichico finalizzato a soddisfare un desiderio
inconscio attraverso un'allucinazione visiva che assume il carattere di realtà. ·
Il sogno è una forma particolare
di pensiero in cui non ci sembra di pensare bensì di vivere, accettando in
buona fede delle allucinazioni. ·
I pensieri vengono trasformati in
immagini (per lo più visive): le rappresentazioni delle parole vengono
trasposte in rappresentazioni di cose concordanti, che divengono consce come
percezione sensoriale. ·
Nel sogno agisce la censura che
maschera il materiale inconscio prima che possa accedere alla coscienza sotto
forma di sogno. Se il desiderio rimosso non ha una sufficiente copertura, il
sogno è regolarmente accompagnato da angoscia, che interrompe il sonno. ·
Il pensiero onirico segue una
logica diversa dal pensiero vigile, creando contatti e legami e coincidenze
anche quando non esistono o sono irreali. Le scene visive che costituiscono il
sogno rappresentano il contenuto manifesto, dall'analisi del quale si può
risalire al contenuto latente. Ciclo del pensiero1 ........McCombs e Pope "Come motivare gli alunni difficili", Erickson Trento
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