Il testo
* "Parola di
uso amplissimo, ma vago, testo assume un valore particolare nell'analisi
letteraria. Nell'uso comune, testo, che deriva dal latino textus
"tessuto", sviluppa una metafora in cui le parole che costituiscono
un'opera sono viste, dati i legami che le congiungono, come un tessuto. Questa
metafora, che anticipa le osservazioni sulla coerenza del testo, allude in
particolare al contenuto del testo, a ciò che sta scritto in un'opera.
Applicata, come si fece nel medioevo, ai testi forniti di una particolare autorità
(la Bibbia, il Vangelo; oppure testi giuridici), la metafora enfatizzava la
genuinità del testo nella sua lettera, contrapponendolo da un lato a
trascrizioni non esatte (il testo è allora la trascrizione completa e fededegna),
dall'altro alle chiose e glosse che eventualmente lo illustrano. In tutti questi
significati il testo è visto come uno scritto, anche se può essere scritto
oralmente; e proprio per questo la parola ha anche potuto indicare il materiale
scritto da cui il testo è trasmesso: sicché testo può indicare il manoscritto
o il volume a stampa di una data opera.
Se consideriamo i segni grafici (lettere, interpunzione, ecc.) come
significati di suoni, pause ecc., e riflettiamo sul fato che questi segni
possono essere trascritti più volte ed in vari modi (per esempio in grafia e
caratteri diversi), restandone immutato il valore, possiamo concludere che il
testo è l'invariante, la successione di valori, rispetto alle variabili dei
caratteri, della scrittura, ecc. Possiamo anche parlare di significati, se si
precisa che si allude a significati grafici, quelli della serie di lettere e
segni di interpunzione che costituiscono il testo. Il testo è dunque una
successione fissa di significati grafici. Questi significati sono poi portatori
di significati semantici, come vedremo subito; ma occorre insistere in partenza
su questa costituzione originaria.
Occorre insistervi, perché le ricchissime, praticamente infinite
implicazioni di un testo, quelle che richiamano lettori ai testi anche per
secoli e millenni, sono tutte racchiuse nella letteralità dei significati
grafici. Di qui l'importanza della filologia, che si impegna nella conservazione
il più possibile esatta di questi significati. Il fatto che la sopravvivenza
dei testi implichi inevitabili guasti della loro trasmissione deve sollecitare
ancor più lo sforzo di tutelarne la genuinità."
C. Segre, Testo letterario, interpretazione,
storia, in A. Asor Rosa (a cura di),
Letteratura italiana. L'interpretazione, Torino, Einaudi, 1985.
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