LA DEPRESSIONE

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LA DEPRESSIONE

La depressione è una condizione patologica, a cui va incontro nel corso della sua esistenza tra il 5 e il 15 per cento degli esseri umani. Essa può insorgere anche del tutto spontaneamente (cioè, può non essere preceduta da alcun evento spiacevole). In altri casi, un evento scatenante c'è, ma la reazione della persona appare sproporzionata, per intensità e/o durata, rispetto all'evento. Il quadro clinico non comprende soltanto la tristezza, ma anche diversi altri aspetti.

Il funzionamento sociale e lavorativo è compromesso in maniera più o meno significativa. Le distrazioni e i viaggi non hanno alcun effetto sullo stato d'animo della persona oppure hanno un effetto molto limitato. Un adeguato trattamento farmacologico e/o psicoterapeutico è in grado invece, nella grande maggioranza dei casi, di migliorare in maniera molto significativa o di risolvere la situazione.

Sintomi

Per non disorientare l'opinione pubblica sul significato, spesso contrastante, dato alla depressione (da “malattia del cervello” a condizione di disagio esistenziale) possiamo dire che non esiste la “depressione”, ma “le depressioni”, cioè una varietà di condizioni depressive, che si manifestano in maniera differente, che vengono prodotte da combinazioni differenti di fattori biologici, psicologici e sociali, e che si curano in maniera differente. Questa varietà di condizioni depressive può essere rappresentata come un “continuum”, che porta agli estremi due quadri tipici:

•  la depressione maggiore melancolica;

•  la depressione minore ansiosa.

Nella pratica clinica si incontrano diversi quadri depressivi che si avvicinano più o meno esattamente all'una o all'altra di queste due condizioni tipiche, ma anche diversi quadri che presentano caratteristiche intermedie o miste.

La tipica depressione maggiore melancolica è caratterizzata dai seguenti aspetti:

•  Profonda depressione del tono dell'umore. La persona esprime verbalmente e manifesta con la mimica e il comportamento un vissuto di profondo dolore psichico, prostrazione e disperazione. Questo vissuto è insensibile alle influenze esterne (per esempio, una parola di incoraggiamento o di conforto di un familiare o di un amico non è in grado di alleviarlo).

•  Marcata riduzione o scomparsa dell'interesse e del piacere in tutte le attività. Tutto ciò che abitualmente interessa quella persona e gli piace (per esempio la compagnia del partner e degli amici, la musica, lo sport) non gli provoca più alcuna emozione significativa.

•  Marcato rallentamento psichico e motorio. La persona parla poco, risponde a monosillabi, si muove poco e lentamente (più di rado si osserva invece affollamento delle idee nella mente ed agitazione).

•  Mancanza di energia, affaticabilità.

•  Sentimenti di inadeguatezza, di inutilità, di disperazione. Nei casi più gravi, ci possono essere idee di colpa (la persona si accusa di gravi azioni che in realtà non ha commesso) o di rovina (il soggetto si convince che egli stesso e i suoi familiari siano destinati al fallimento).

•  Mancanza di appetito e perdita di peso (più raramente può aversi invece aumento dell'appetito e del peso).

•  Disturbi del sonno  (in genere  insonnia , per lo più consistente in un risveglio mattutino precoce; più raramente aumento della durata del sonno).

•  Difficoltà a concentrarsi e a ricordare.

•  Pensieri di morte. Nei casi più gravi, ci sono propositi e al limite tentativi di suicidio.

•  Variazione diurna della sintomatologia (peggioramento mattutino).

•  Decorso episodico (la patologia si presenta, cioè, in periodi circoscritti, con un inizio ed una fine abbastanza ben distinguibili). Spesso gli episodi non sono preceduti da eventi scatenanti. Oltre ad uno o più episodi depressivi, la persona può avere, nel corso della sua vita, uno o più episodi di eccitamento maniacale (con euforia immotivata, iperattività, loquacità eccessiva, idee grandiose, affari incauti o spese esagerate, aumento del desiderio sessuale), nel qual caso si parla di “disturbo bipolare”.

La tipica depressione minore ansiosa è caratterizzata dai seguenti aspetti:

•  il vissuto depressivo può essere parzialmente e transitoriamente sensibile alle influenze esterne (una parola di incoraggiamento o di conforto di un familiare o di un amico può alleviare in parte e brevemente lo stato d'animo della persona);

•  ansia  accentuata (in parte somatizzata, cioè espressa attraverso dolori e fastidi fisici a varia localizzazione, di cui il soggetto si lamenta ripetutamente ed appare assai preoccupato);

•  irrequietezza motoria;

•  tendenza ad autocompiangersi e ad incolpare gli altri delle proprie condizioni;

•  pessimismo, sentimenti di incapacità ed inutilità (ma mai idee di colpa o di rovina);

•  astenia e affaticabilità;

•  insonnia  (per lo più, difficoltà ad addormentarsi e fragilità del sonno, con incubi e risvegli frequenti);

•  irritabilità ed apprensività;

•  disturbi della concentrazione e sensazione di “mente vuota”;

•  assenza della variazione diurna della sintomatologia (oppure peggioramento nelle ore pomeridiane e serali);

•  decorso continuo o subcontinuo (con esacerbazioni e remissioni in rapporto ad eventi esistenziali).

Cause

Le depressioni sono patologie “complesse” e “comuni”, come i tumori e le coronaropatie. Esse non hanno una “causa”, ma riconoscono una serie di “fattori di rischio”, che intervengono in misura differente da caso a caso e spesso non sono esattamente ricostruibili nel singolo caso. Più esattamente, nel caso delle depressioni, si distinguono:

•  fattori predisponenti (la familiarità; gli eventi di perdita e di separazione che intervengono nella prima infanzia; uno stile di pensiero caratterizzato da una visione negativa di se stesso, del mondo e del futuro);

•  fattori scatenanti (gli eventi di perdita, separazione e insuccesso che intervengono nel corso della vita; le malattie fisiche gravi e/o croniche; alcune fasi della vita riproduttiva della donna come il puerperio e la menopausa; l'uso di alcuni farmaci, dagli antipertensivi ai cortisonici ai contraccettivi orali);

•  fattori protettivi (il supporto sociale di cui la persona dispone; una vita affettiva e lavorativa soddisfacente).

Quanto più il quadro clinico si avvicina al prototipo della depressione maggiore melancolica, tanto più importanti sembrano essere la familiarità e i fattori scatenanti di natura biologica. Quanto più il quadro clinico si avvicina al prototipo della depressione minore ansiosa, tanto più significativo sembra essere il ruolo dei fattori predisponenti e scatenanti di natura psicosociale.

 

A cura di Mario Maj
Istituto di Psichiatria, Università di Napoli SUN

Tratto da  La salute mentale
Contro il pregiudizio, il coraggio delle cure


© Il Pensiero Scientifico Editore  

 

http://it.health.yahoo.net/c_encicl.asp?s=5&idMen=1384&t=1


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