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Il terreno è fertile da un pezzo per consentire dopo la semina un buon raccolto alla violenza. Nella storia si ripete tutto, e ciò che sta accadendo mi pare un già visto: agli storici disincantati e onesti andrà il giudizio. Come semplice cittadina moderata e tranquilla vedo da tanto i semi belli grossi da cui sbocciano ora i fiori che diverranno frutti se non si saprà volare alto con una politica che rispetti se stessa e il nome che porta. Si parla tanto di formazione dei giovani per. Tuttavia alla formazione dei politici che devono entrare in Parlamento ci pensa qualcuno, qualcuno ne vuole parlare? Qui dal basso si assiste impotenti a una sfilata di morti che parlano sempre con lo stesso linguaggio svuotato di ogni riferimento alla realtà delle case dei cittadini. Qualche parlamentare o intellettuale impegnato sopravvive alla politica morta, tuttavia è qualcuno i cui gesti vengono guardati con ingiusta irriverenza come fossero più folclore che altro.si assiste ormai impassibili a scioperi della fame, della sete, a sit in autogestiti sotto la pioggia.Normale che ciò non susciti più reazioni tra le persone abituate a ben altri input da grande fratello.! Normale in una società senza "giovani", sì perché essere giovani significa che si hanno idee, si fatica per costruirsi il futuro, ci si batte per le proprie teorie sul mondo dei figli a venire, ma ai "giovani" è stata tolta prima di tutto questa capacità, per mezzo di un sapiente lavoro di persuasione educativa rivolta a potenziarne il narcisismo, grazie a una pedagogia della melassa, giovanilista, buonista, fifona e conigliesca sia a scuola sia in famiglia. Non ci sono giovani, ci sono individui che si affannano a costruirsi il nido spesso senza riuscirci per ovvi motivi di carenza di mezzi e che poi si stupiscono prima e "incazzano" dopo se non ce la fanno, senza chiedersi il perché ciò sta a loro accadendo, a loro tutti, non soltanto a se stessi. Ci sono giovani che si danno da fare anche nel sociale, è vero, ma la POLITICA a loro non piace, quindi si dedicano al particolare, al vicino sofferente, che va più che bene, ma non basta! Qui nel nostro Paese, come altrove del resto, il lavoro di una ripresa etica sarà lungo e forse sanguinoso, per cui, diciamocelo francamente, è inutile scandalizzarsi davanti a manifestazioni come quella de L'Aquila, in quanto esse faranno parte del nostro futuro.e anche se si decidesse di reprimerle, coloro i quali hanno partecipato esistono, pensano, sono stati partoriti dalla società che li ha provocati con comportamenti e opere indecenti. Prima li si vuol far consumare, poi si tolgono loro i consumi con stipendi da fame e prospettive di vita meschine, prima li si vuol far studiare e pensare, poi si toglie loro diritto di un riconoscimento decente e di trovare lavoro. Prima si dice loro, anche con la pubblicità martellante e oscena, che hanno diritto a ogni tipo di benessere per il loro personale benessere, poi li si priva del pane che costa anch'esso sempre più, si piagnucola che non avranno più la pensione e di che vivere, intanto si sventolano sotto il loro naso pensioni da favola orientale. Si è voluto credere che bastasse aver buttato in prigione qualcuno per aver buttato il terrorismo. Altro sul piano etico, politico, della formazione si sarebbe dovuto fare, ma comincio a pensare che non ci sia tanto da fare se invece di dichiarazioni di dissociazione dagli eventi e di condanna, non si ragiona pubblicamente e con il dialogo costante sul perché molte persone si trovano dalla parte della violenza e del sostegno a chi ha scelto la violenza verso il mondo e verso se stesso. Claudia fanti 4 giugno 2007 Segui interventi su fuoriregistro all'url: http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=10657 |
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