Fonematico, globale, sillabico, misto.?

Primaria - Secondaria - Secondaria II° - Le parole della scuola - Riforme

La maestra Claudia - Laboratori - Home

 

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
2016                            

 


Torna all'indice


Frammentarietà della persona e del sistema


Il lupo ha paura della LIP?


Assenza/Presenza, Essere/Fare


Alcune considerazioni sull'anticipo a 5 anni


Riequilibriamoci


Ma la scuola è una cooperativa muratori e cementisti?


La Scuola restituisce


Ti tolgo, ti taglio e valutar ti voglio


Tutti e nessuno indispensabile. L'importante è dialogare e conversare su simboli, fonemi e necessità di utilizzarli. Ogni bambino desidera scrivere e leggere a modo suo, ma il rigore nel seguire ognuno/a di loro differenziando l'offerta è d'obbligo per sostenerli e non avvilire l'entusiasmo delle scoperte.

Nella mia prima attuale a tempo pieno, piuttosto vivace e composta da un'eterogeneità di bambine e bambini, ho scelto un metodo che non può definirsi in un unico modo. Ho scelto una full immersion nei grafemi: gli alunni fin dai primi giorni hanno avuto a disposizione tutti i simboli e mi sono messa a completa disposizione di ogni bambino che volesse chiedere spiegazioni sul loro utilizzo per scrivere, contemporaneamente ho avviato un rigoroso controllo e studio del gesto grafico di ognuno e dei fonemi (con diversificati strumenti) per farli sentire sicuri nella scrittura, nella pronuncia e nella lettura.

Nel tempo ho adottato alternativamente i metodi in voga osservandone in diretta pregi e difetti, ma ho sempre evitato rigidità e stereotipi.

Sebbene io ritenga che ogni sistema per reggersi ha necessità di regole e protocolli, devo dire che nell'insegnamento la cosa alla lunga si rivela abbastanza noiosa e non regge alla sfida delle persone e dell'epoca in cui gli alunni e le alunne vivono.

Oggi più che mai c'è bisogno della rivisitazione di qualsiasi metodo si voglia utilizzare per la lettura e per la scrittura: i bambini e le bambine sono curiosissimi e ricchi di esperienze: a volte esse riempiono di gioia le loro esistenze appena nate, altre no.ma una caratteristica che accomuna tutti e tutte è il desiderio di apprendere per sconfiggere l'ignoranza; in particolare essi amano diventare padroni di quella conoscenza che permette loro di non essere presi per il naso da chiunque! L'uso del vecchio alfabetiere che essi possono portare ovunque diventa una specie di prolungamento della loro mente. Ce l'hanno sempre con sé e ne osservano con estremo interesse figure e caratteri, tutti i caratteri anche se io ho scelto il lapidario e tuttora lavoro con esso.

Ovviamente non basta una full immersion nell'alfabeto, occorre estrema cura nel dare valore alle loro scoperte dei fonemi e della pronuncia, al loro scoprire le peculiarità che li accomunano e quelle che li differenziano. Davanti a sé hanno specchi per osservarsi mentre formano i fonemi. La maestra è una specie di lumaca che attende le spiegazioni di ognuno/a, le condivide, le esamina con un approccio serio e, oserei dire, severo, le si socializzano, si prendono brevi testi scritti in lapidario, in script, in corsivo, li si mettono a confronto. Si ragiona sulle particolarità dei grafemi, i quali per tutti hanno un fascino che supera qualsiasi altro fascino. Di questa voglia di scoprire e impadronirsi del mezzo di scrittura e di lettura bisogna che la maestra faccia conto con entusiasmo e con adesione emotiva e affettiva, con slancio e comunicando la propria gioia per ogni minimo successo.

Devo dire che all'inizio di gennaio, tutti i miei alunni hanno mostrato di saper leggere senza sillabare e con la giusta attenzione fra gli spazi che intercorrono fra una parola e l'altra dentro le frasi. Nessuno ha sillabato e sillaba, anche se ritengo come il Germano che le sillabe siano un passaggio di grande aiuto per sostenere la lettura di parole complesse e per evitare errori come "salti" di lettere, omissione di sillabe, analisi di sillabe complesse e formate da più consonanti.

Intanto ho cura con rigore ed estrema pazienza della scrittura dei grafemi, del gesto grafico per scrivere ogni grafema e lavoro anche sul rilassamento del braccio, della mano e delle dita interessate ad ogni movimento della scrittura.

Ci si accorge che alcuni bambini si impadroniscono dello strumento letto-scrittura a tal punto che vanno oltre le aspettative e stanno scrivendo addirittura brevi testi personali, leggendo libri della bibliotechina sempre a disposizione nell'aula.


19 Gennaio 2014

Claudia Fanti

 

 


Presentazione del libro 2014


Noi maestre siamo così


Date “il pane e le cose” a bambini/e


Alla ricerca della dignità perduta


Il tempo, le parole, i bambini


Semplicemente!


Sul taglio di un anno del percorso scolastico


Fonematico, globale, sillabico, misto…?

 


Cookie per gli annunci di Google e norme sulla privacy

Google
 

funzioni strumentali