Apprendimento


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Apprendimento

Designa il processo mediante il quale un certo comportamento viene acquisito o modificato; nell'uso corrente apprendere è sinonimo di imparare. Il pensiero classico e medievale si limitò a studiate le forme dell'apprendimento umano adulto, illustrando le fasi che conducono dalla conoscenza e attività sensibile alla conoscenza e attività razionale, e perciò pervenne in pedagogia a conclusioni di logica e di etica applicata. Il pensiero moderno e contemporaneo, con lo sviluppo della psicologia comparata  ha posto in luce forme più elementari di apprendimento, come quella per riflessi condizionati, quella per prove ed errori, quella per intuizione, quella per imitazione.

* Che cos'è l'apprendimento?    (Herbert Simon)

  Uno degli aspetti importanti del comportamento umano intelligente è che siamo in grado di apprendere. Non dobbiamo fare ogni volta la stessa cosa nello stesso modo: possiamo trovare il sistema per farla meglio. Gran parte di ciò che impariamo ci viene insegnato. Ciò significa che queste cose sono già note ad altre persone attorno a noi, queste persone ci insegnano e noi gradualmente le impariamo. Questo è, tuttavia, un processo difficile, come ben ci rammentano i nostri ricordi scolastici. Forse per qualcuno non è stato difficile, ma per la maggior parte di noi sì. Non possiamo semplicemente aprire la scatola e versarci dentro la conoscenza. Essa deve penetrarvi, dev'essere codificata nei formati usati dal cervello e deve essere trasformata in modo tale da poter essere utilizzata. Questo è ciò che si intende per apprendimento. 

* L'apprendimento è un adattamento     (Herbert Simon)

  Sicuramente l'apprendimento che ha luogo quando si acquisisce una competenza porta a ottenere prestazioni sempre migliori; in altre parole, si tratta di una forma di adattamento. Considereremo l'apprendimento e l'adattamento quasi come sinonimi. Se hai un insieme di problemi da risolvere, quello è il tuo ambiente, e man, mano che apprendi ti comporti più efficacemente in quell'ambiente: questo è proprio ciò che si intende abitualmente per adattamento.

   Certamente uno dei vantaggi degli esseri umani sulla maggior parte delle altre creature nella lotta per la sopravvivenza è che noi abbiamo capacità di apprendimento molto potenti, tali da consentire alla nostra specie di adattarsi a un'ampia gamma di circostanze e di modificare il proprio comportamento molto rapidamente. L'apprendimento, o piuttosto la capacità di apprendere, è una delle cose che ci rendono più efficaci nella competizione evolutiva.

*  Il cervello è un emulatore della realtà   (Rodolpho Llinas)

  Possiamo chiederci quanti neuroni ci siano approssimativamente all'interno del cervello. La risposta è 10 alla decima, o 10 000 000 000. E' un numero enorme! Eppure, questo sistema funziona come un singolo evento funzionale: la coscienza.

 Ci possiamo chiedere quanti neuroni siano dedicati alla vista, all'udito o al tatto. In verità, molto pochi: la maggior parte dei neuroni del cervello non si occupa del mondo esterno. Queste e altre considerazioni ci fanno ritenere che il cervello sia, fondamentalmente, un sistema chiuso.

Come sapete, i colori in realtà non esistono indipendentemente da noi, ma sono l'interpretazione che il nostro cervello fa di particolari informazioni provenienti dalla retina. Anche i suoni non esistono, ma sono la nostra interpretazione delle vibrazioni dell'aria. Analogamente, il tatto è qualcosa che noi produciamo in seguito alla deformazione della pelle. Tutto questo ci dice che il nostro cervello è un emulatore della realtà, qualcosa che si è evoluto nel tempo per "imitare" ciò che esiste al di fuori di noi, o, in altre parole, per costruire una storia. Ma gli elementi di questa storia esistono da prima della nostra nascita, poiché nessuno ci insegna a vedere i colori, né a sentire il dolore o le altre sensazioni. Queste facoltà nascono con noi, proprio come il naso, le orecchie e il corpo. Noi siamo come una coscienza equipaggiata con un sistema di sensazioni! Il nostro cervello è, dunque, un emulatore che genera una realtà e che ne verifica l'affidabilità servendosi delle sensazioni.

Approfondimenti

Oltre il libro e la lavagna. Ecco come si apprende oggi

L'apprendimento scolastico (mappa concettuale)

Apprendimento significativo(Ausubel)

Apprendimento (G. Cerini)

Apprendimento (P. Boscolo)

Apprendimento cooperativo (La dimensione sociale dell'apprendimento)

Stili di apprendimento e stili cognitivi

Disturbi dell'apprendimento

Il futuro tecnologico della scuola

Apprendimento, modelli didattici, tecnologie collaborative: uno schema (M. Rotta)

Apprendimento digitale

Imparare ad imparare (mappa concettuale)

Bibliografia

APPRENDERE AD APPRENDERE ; MA CHE SIGNIFICA? E PER CHE COSA?

Il ritmo inarrestabile dello sviluppo delle conoscenze che bisogna possedere per non restare ai margini dell'attuale società ridisegna i compiti che la scuola deve affrontare. Un problema di non facile e immediata soluzione. La sua complessità è costituita anche dal fatto che media e internet hanno qualcosa che la scuola non sempre possiede per definire il proprio rapporto con le nuove generazioni: la capacità di seduzione e di coinvolgimento. Si dice con monotonia sempre più assillante che per inserirsi in una società, segnata dalle continue trasformazioni dei suoi assetti economico-sociali e dalle innovazioni permanenti del patrimonio tecnologico e scientifico, e per essere capaci di dominare l'incertezza che per questi motivi si viene a determinare occorra un considerevole bagaglio di saperi e di competenze e soprattutto che si debba essere capaci di apprendere ad apprendere .Se ne è fatto uno scopo e anche uno slogan… Si sa che non si finisce mai di apprendere ,che l'apprendimento è inevitabilmente permanente, perchè è una condizione esistenziale e coincide con la stessa durata della vita di una persona.L'apprendimento è un bisogno individuale che si trasforma in intenzione di apprendere ,in desiderio di apprendere solo quando se ne fa un fine della propria vita, quando c'è una buona ragione. Lo si può fare confusamente, lo si può fare con metodo ,ma non senza una precisa direzione. Oggi si dice,invece, che è necessario ed utile apprendere e soprattutto apprendere ad apprendere .Questa indicazione non può essere ridotta ad una tecnica,ad un metodo,ad una procedura del pensiero.E' invece con tutta evidenza un imperativo morale per una persona,centrato sulla sua responsabilità umana nei confronti di se stesso e della società.Senza vastità di interessi ,senza un preciso orientamento di pensiero questo principio diventa un semplice attrezzo del mestiere di vivere, un possibile salvagente per non sparire nei flutti incontrollabili della società della conoscenza,per restare sul mercato. Preoccupazione legittima,ma che intinge le migliori intenzioni nel consueto veleno dell'impostazione economicistica dei problemi della conoscenza e della formazione. Bisogna fare emergere nei giovani il desiderio di apprendere e coltivarlo;ma non basta mostrare gli aspetti utili e le convenienze sociali dei saperi.Il sapere deve avere un "senso" per chi lo deve possedere. Deve inserirsi,cioè,dentro un sistema di significati personali:quelli che orientano i comportamenti e le scelte delle persone. Deve innestarsi in una tensione continua all'allargamento del proprio orizzonte ,della propria appartenenza;deve scaturire dal piacere di meravigliarsi e di lasciarsi stupire dal mondo e dalle persone;deve rispondere all'incoercibile bisogno di scacciare le paure e di emanciparsi dai pregiudizi. Sapere aude proclamava Kant! La capacità di apprendere deve sempre essere funzionale al bisogno di destabilizzare e di ricostruire il proprio sistema di rappresentazioni e di valori per disporre di un mondo alla propria portata e di un sistema di intelligibilità della realtà. La capacità di apprendere ad apprendere nella persona implica dimensioni cognitive,emotive, sociali senza le quali rimane un'aspirazione vuota, quasi una costrizione. L'apprendimento di cui si sta discutendo, non è quello naturale,ma quello sociale determinato da un'intenzione di fare apprendere e di volere apprendere al momento giusto e nel modo giusto e per scopi che non possono ridursi al timore di una marginalizzazione in una società che della competizione vuol fare l'unico principio di regolazione dei rapporti umani, che non fa del sapere una risorsa per vivere tutti meglio, ma un mezzo per vivere eventualmente meglio da soli. Credo che a scuola non si possa e non si debba accettare lo snaturamento di un tratto costitutivo dell'essere umano. "Tutti gli uomini tendono per natura al sapere."(Aristotile) "L'esercitare la sapienza e il conoscere sono desiderabili per se stessi dagli uomini; non è possibile infatti vivere da uomini senza queste cose ed inoltre sono utili per la vita" (Aristotele).

RAIMONDO GIUNTA

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