Ipertesto
Il termine ‘ipertesto' fu coniato intorno al 1965 da T. H. Nelson. Nel prefisso ‘iper-‘, attaccato secondo i casi sia a testo, per documenti con dominanza di linguaggio verbale scritto, che a media, per documenti di vario tipo, si è progressivamente condensata una costellazione di categorie concettuali provenienti dai diversi domini della ricerca nelle scienze umane e nelle tecnologie informatiche, dalla psicologia cognitiva alla linguistica, alla semiotica. Intorno a questa parola si è così formato un alone semantico carico di molteplici connotazioni relative a nuove forme di lettura/scrittura, di letteratura o, in generale, di cultura.
In ogni caso la definizione sintetica di ‘ipertesto' è: "raccolta di documenti (‘nodi') contenenti collegamenti incrociati (‘link') che permettono al lettore di muoversi da un documento all'altro". L'inclusione di documenti grafici, audio, video o di altro genere estende e trasforma il concetto attraverso il termine ‘ipermedia'.
Ipertestualità
E' la caratteristica per cui un testo non è lineare e sequenziale, ma è costituito da parti (lessie o nodi), da ciascuna delle quali è possibile passare ad un'altra attraverso links rappresentati da segni convenzionali nel testo stesso (parole chiave, "bottoni" su cui si clicca). Un ipertesto offre un messaggio lineare solo finché si resta all'interno di un nodo. Il testo nel suo insieme è costituito da una rete multilineare in cui il fruitore può decidere liberamente quale percorso compiere passando da un nodo all'altro. Può essere pensabile realizzare un ipertesto "povero", senza computer?
Si può sostenere che una certa ridotta ipertestualità sia già presente in alcuni testi stampati, se rimandi nel testo portano al livello delle note o suggeriscono di passare ad altre pagine o capitoli.
Un ipertesto vero e proprio nasce su supporto elettronico.
Un CDrom (o un sito di Internet) ha quasi sempre la caratteristica dell' ipertestualità, ma non è corretto definirlo un "ipertesto" se utilizza oltre al testo scritto anche altri canali di comunicazione (immagini, musica, ecc).
* L'ipertesto secondo S. Papert
L'ipertesto è un sistema di organizzazione delle informazioni in una struttura non sequenziale, bensì reticolare ed è costituito da un insieme di unità informative (i nodi) e da un insieme di collegamenti (nel gergo tecnico link )che da un blocco permettono di passare ad uno o più altri blocchi.
Se le informazioni sono veicolate da media differenti (testi,immagini,suoni e video) l'ipertesto diventa multimediale e viene definito IPERMEDIA.
L'aspetto che fa dell'ipertesto elettronico uno strumento comunicativo dalle enormi potenzialità è la interattività che esso consente al fruitore non più relegato nella posizione di destinatario più o meno passivo del messaggio, ma capace di guidare il suo atto di lettura. ...........................
Un ipertesto è un testo composto di spezzoni individuali, o lexias, uniti da collegamenti elettronici. Le relazioni, che nelle forme di testo precedenti rimanevano puramente mentali, hanno ora un proprio modo di essere formulate. L'esperienza della lettura di un ipertesto è simile a quella della lettura di un libro scientifico o scolastico: si inizia a leggere, si arriva ad un numero di postilla, si interrompe per vedere cosa dice tale postilla. Può anche essere necessario verificare prendendo un altro libro da uno scaffale, e poi si torna indietro e si continua a leggere. Ma si procede leggendo ed abbandonando il testo, cosicché ogni testo viene letto in linee multiple. Non si tratta di un semplice testo lineare, ma di un testo multi-lineare.
La maggior parte delle definizioni di ipertesto mi pare che comincino col parlare del contrasto tra il testo lineare, che procede in un ordine unico, e il testo che può essere letto in molti modi perché consiste in parti, o nodi, o blocchi di testo che sono stati collegati in una maniera non lineare. Si può definire, quindi, l'ipertesto come un insieme di porzioni di testo che hanno un modello di collegamento non sequenziale e, quindi, molti percorsi di lettura possibili.
Con gli ipertesti ci troviamo di fronte a un nuovo tipo di organizzazione testuale. Il lettore si trova di fronte a certi snodi, che assomigliano agli snodi narrativi che vivono nel testo normale, e può scegliere quale seguire. Ecco, è un po' nella condizione della persona che entra in un giardino rinascimentale con un bel labirinto ed ha di fronte una serie di snodi. A ogni bivio deve prendere una direzione o l'altra, però la sua libertà potrebbe non essere maggiore di quella che gli lascia il progettista del labirinto, che poi ha lasciato una sola strada per arrivare a casa insomma, per arrivare al portone. .........................................
Cosa avviene quindi nel caso di ipertesto elettronico?
Il testo assume una nuova visibilità, non abbiamo nulla di fisicamente presente ( ipertesto in rete) e assume sempre di più una forma reticolare, uno spezzettamento dei contenuti e degli elementi con un intreccio di collegamenti; è il trionfo della struttura reticolare presente nel testo iconico.
* IPERTESTI
(Alberto Amitrani, Raffaella Di Marzio " Un computer per amico" - Garamond)
Concetti chiave È stato Theodor Nelson nel 1965 a coniare il termine ipertesto. È lui che ha dato vita al progetto Xanadu (che sfocerà nel 1990 nello Xanadu Hyperserver un programma di archiviazione distribuita). Nel 1989 è Landow che definisce un ipertesto un mezzo che enfatizza i legami, le connessioni e che ridisegna i ruoli di lettore e scrittore. Il vero precursore degli ipertesti è Vannevar Bush che nel 1945 pubblica l'articolo "As we may think" (Come potremmo pensare) sul The Atlantic Mountly. Bush immagina una macchina che chiama Memex che sia una specie di enciclopedia che funziona come la mente umana cioè una base di informazioni i cui singoli elementi hanno rimandi a molti altri concetti. Circa 20 anni dopo l'intuizione di Bush viene riprese da Engelbart che costruisce un Sistema in linea (NLS) che anticipa le caratteristiche degli ipertesti attuali. Negli anni ‘80 vengono commercializzati i primi prodotti per realizzare ipertesti su Personal Computer e tra i primi dobbiamo ricordare Hypercard nel 1987. Un documento ipertestuale è un insieme di nodi e di collegamenti (link). Le unità informative di base che costituiscono un ipertesto sono chiamate nodi. Un nodo può essere di diversi tipi (nodo verbale e nodo non verbale) e di diverse dimensioni (da una parola ad un'intera schermata o anche di più). Ci sono tipi di nodi definiti in base alla loro funzione (nodo sorgente e nodo destinazione). Ciò che rende non lineare un ipertesto sono i legami o link. Il legame è un comando che consente di "saltare" da un nodo all'altro. In genere i legami sono rappresentati da parole chiave (o parole calde) bottoni o simboli grafici. In un buon ipertesto in genere esistono dei legami di base che sono presenti in ogni pagina e quasi sempre sono dei bottoni o dei simboli grafici. Sono i comandi che consentono le funzioni essenziali lo scorrimento in avanti e indietro delle pagine il ritorno alla pagina principale o il passo indietro. Le parole calde di solito sono facilmente identificabili perché hanno un colore diverso dal testo o sono sottolineate e comunque al passaggio del cursore del mouse cambiano l'aspetto del puntatore. I tipi di legame sono molteplici e non sempre gli specialisti si accordano su una suddivisione. Nelson, ad esempio, ne elenca tre: - link salto (che permettono di saltare ad un altro punto del documento); - link segnalibro (che consentono di segnare un punto interessante per poterlo rintracciare in seguito); - link post-it (che saltano ad un punto o aprono una finestra con approfondimenti o commenti di vario tipo). Un ultimo elemento indispensabile per utilizzare con profitto un ipertesto sono gli Strumenti di Navigazione. Si tratta di ausili per non smarrirsi all'interno dell'ipertesto e per effettuare una navigazione consapevole e controllata. In genere sono presenti in diversa forma in tutti gli ipertesti ed i principali sono: - mappa: è la sintesi dei nodi e dei link dell'intero ipertesto; - cronologia: è la memoria del percorso dall'inizio della navigazione; - guida: è la spiegazione dell'uso e della funzione dei bottoni e dei simboli grafici presenti nell'ipertesto. Ricordiamo che in un buon ipertesto deve essere impossibile smarrirsi o raggiungere un punto cieco dal quale non c'è modo di tornare alla pagina principale.
Cos'è un ipertesto?
A. Bonavoglia dall'articolo "Essere ipertestuali"
Che cos'è un ipertesto? Un ipertesto è un testo in cui sono presenti elementi di collegamento con altri oggetti.
Un ipertesto può essere composto da varie parti:
- elementi di testo, elementi grafici come fotografie e illustrazioni, elementi animati come film e cartoni animati, elementi sonori come parlato e musica;
- collegamenti.
Per creare un ipertesto, deve essere presente almeno un elemento della prima serie e almeno un collegamento.
È chiaro quindi che, data l'evidenza dei primi, il punto saliente sta nel collegamento.
Un ipertesto che possieda collegamenti e una sola forma mediale, sarà un ipertesto monomediale; un ipertesto completo di collegamenti e varie forme mediali sarà un ipertesto multimediale, o anche un ipermedia.
Il collegamento, o link, è una parola, una frase, un'immagine o comunque un singolo elemento della prima serie che consente, attraverso l'uso del mouse, di deviare la nostra lettura in un altro punto dell'ipertesto. A seconda dei metodi usati, la parola o l'immagine risulteranno evidenziate, o con un colore, o con una sottolineatura, o con una cornice e sopra di loro il normale puntatore del mouse assumerà una forma diversa, di solito quella di una mano, e il clic del mouse consentirà il salto ipertestuale.
La nuova pagina nella quale entriamo sarà di nuovo uno degli elementi citati, testo, immagine, suono, ma potrà essere interna (e l'avremo preparata noi), o esterna (e potrebbe benissimo essere preparata da altri che neppure conosciamo !)
Per descrivere la struttura di un ipertesto il modo più semplice consiste nel pensare a che cosa è l'indice di un qualunque libro e a che cosa sono le note al testo. ... L'indice presenta sinteticamente il contenuto e ci dice a quale pagina dobbiamo andare per leggere un determinato argomento; le note al testo ci dicono spesso dove potremmo approfondire qualche argomento, oppure ci spiegano qualcosa che nel testo non appare chiarissimo.
Un ipertesto ha solitamente un indice come prima pagina, dal quale si può saltare direttamente nei punti indicati; una volta effettuato il salto si potrà tornare all'indice o spostarsi altrove. Quindi, a parte la velocità quasi istantanea di questi salti, il concetto è identico. Lo stesso vale per le note, ma una prima novità consiste nel fatto che in un ipertesto non solo è possibile citare un altro testo o ipertesto, ma è anche possibile saltarci dentro istantaneamente (se il testo è nel PC) oppure collegarsi con esso se fa parte del WEB. (Si tenga conto che nel WEB sono inseriti tutti i principali testi moderni e una buona parte di quelli antichi, e tutte le enciclopedie e i dizionari che si possono immaginare).
A cosa serve un ipertesto
Definiti i termini, occorre ora soffermarci sui contenuti. Pensiamo a un romanzo trasformato in ipertesto sulla base (per ora) del solo indice: scriviamo l'indice in modo che il titolo di ogni capitolo rappresenti il collegamento a quel capitolo. Abbiamo in pratica sveltito la consultazione del romanzo, ma non ne abbiamo certo cambiato il dato narrativo: se voglio leggere il romanzo procederò secondo il consueto ordine lineare. Sarà dopo averlo letto tutto che apprezzerò le possibilità elettroniche di saltare qui e là in un istante... per rileggere qualcosa che mi ha colpito o per analizzare meglio certi aspetti che coll'evolversi della trama si sono chiariti meglio.
Si nota subito, credo, che la natura dell'ipertesto appare più adatta, perlomeno nei limiti della nostra visione attuale, a materiale documentario e saggistico piuttosto che a materiale poetico o narrativo; questo perché la frammentazione implicita nell'ipertesto è congeniale alla saggistica, che non è sempre lineare. Tuttavia, è chiaro che può, o meglio potrà, nascere una letteratura ipertestuale, basata su strutture non lineari che sfruttino al meglio le possibilità dell'ipertesto.
(si veda più avanti il paragrafo 3, dove ho cercato di dare indicazioni più approfondite su questo argomento)
Il concetto di reticolo è emerso da solo. L'ipertesto infatti non è lineare, ma reticolare. Il Web, la ragnatela mondiale, è di fatto un immenso reticolo nel quale sono possibili innumerevoli salti da un nodo all'altro. Un giorno probabilmente tutta la cultura mondiale si troverà depositata nel Web, sotto forma di parole scritte o dette, di musica, di immagini, di animazioni. Un enorme cervello che raccoglie i dati di tutti il mondo e li mette a disposizione di tutti, e comunque sempre un reticolo ipertestuale. Personalmente non so se davvero, come molti sostengono, il reticolo sia una forma simbolica più atta a definire il funzionamento della mente umana rispetto a una linea... e non so se funzioni meglio. Sono quasi convinto però che non possa funzionare peggio e quindi mi sembra davvero interessante sperimentarlo.
Progettare una mappa dell'ipertesto
Dopo la distribuzione dei contenuti in unita' informative il passo successivo nella progettazione di un ipertesto e' la progettazione dell'architettura dell'informazione, cioe' dei collegamenti fra tutte le unita' informative pertinenti.
L'autore puo' ricorrere alla mappatura dei documenti per visualizzare:
- il livello gerarchico di tutti i documenti in rapporto al documento aperto;
- tutti i collegamenti fra tutti i documenti pertinenti;
- tutti i percorsi possibili.
Un ipertesto puo' essere mappato seguendo il principio secondo il quale il documento che viene aperto diviene il centro del sistema a cui appartiene. Tutti gli altri documenti si dispongono a una distanza che corrisponde al livello di pertinenza che hanno con il documento attivo. Dal documento attivo e' possibile collegarsi a uno (o piu') dei documenti pertinenti, che a sua volta diviene il centro del sistema e che a sua volta offre collegamenti diretti ai documenti pertinenti.
Questo criterio elimina le difficolta' di orientamento durante la navigazione. Infatti, se i percorsi pertinenti sono gia' indicati, allo studente non resta che cliccare dove trova qualcosa che lo interessa e costruire un percorso centrato sulle sue curiosita' intellettuali.
Ai problemi tipici del navigatore (dove sono? come faccio a tornare al punto di partenza?) subentrano ben piu' rilevanti questioni cognitive: cosa mi interessa? cosa ho bisogno di capire in questo momento?
Naturalmente, questa struttura non esclude un sistema di orientamento basato sui link diretti alla home page e alle altre sezioni principali dell'ipertesto, anzi: il progetto grafico dovrebbe prevedere la barra di navigazione generale in ogni pagina.
Per organizzare le mappe sono disponibili diversi software.
Per una ricerca si puo' partire dall'indirizzo seguente: http://www.cybergeography.org/atlas/web_sites.html.
Pprogettare una pagina dell'ipertesto
Per ottenere la brevità delle pagine, e favorire la leggibilità e la visibilità delle informazioni e' determinante una progettazione capillare del contenuto. Ma non basta.
Dalla progettazione dell'ipertesto, infatti, si giunge alla stesura dei contenuti solo dopo aver progettato ogni singola pagina.
La progettazione del testo si compone di diverse fasi:
1. ricerca e selezione delle informazioni;
2. gerarchia delle informazioni;
3. individuazione del registro adeguato al destinatario (lo studente) e agli obiettivi (l'autoformazione - puntate 2-4);
4. stesura;
5. revisione.
Concentriamoci sul terzo punto, il più delicato.
I materiali didattici tradizionali e le altre fonti a disposizione dei docenti per la preparazione delle lezioni si prestano molto raramente a essere importati, così come sono, in un ipertesto.
La riformulazione delle fonti e' dunque il momento decisivo della funzione autoriale di un ipertesto, perché deve produrre un nuovo contesto comunicativo, nel quale le informazioni didattiche siano complete (rispetto alla progettazione dell'ipertesto, non rispetto alla materia o all'unita' didattica) e nello stesso tempo fruibili in autonomia dallo studente.
Regole valide per ogni circostanza non ve ne sono.
Tuttavia e' spesso necessario
- adottare un registro diverso (da quello saggistico);
- semplificare la sintassi;
- limitare l'uso del lessico specialistico.
Bibliografia