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Libero pidocchio in non libero docente A Gabriele Boselli e alla scuola 2015 |
Sul finire dell'anno Claudia Fanti porta a compimento un progetto che maturava da molto tempo. Quello di raccogliere molti degli articoli pubblicati per inserirli in una cornice di riflessione più complessiva, contestualizzarli storicamente e offrirli su carta stampata. I suoi scritti non hanno solo valore di testimonianza per stagioni passate, ma continuano ad avere ancora oggi senso e valore di attualità in quanto i nodi di fondo che aveva la nostra scuola agli inizi del secondo millennio, purtroppo, continuano a contraddistinguere la realtà attuale della scuola. Il libro di Claudia Fanti "2014, odissea nella scuola" fornisce un'occasione che non dobbiamo lasciarci sfuggire per una riflessione seria, profonda, in una stagione nella quale le problematiche scolastiche sono più che altro pretesti per una propaganda sviluppata per slogan quasi sempre vuoti. L'autrice: 1) ripercorre la storia di questi ultimi 15 anni attraverso articoli che ha scritto nel corso delle stagioni dei diversi governi dal 2000 fino ad oggi; 2) ribalta il punto di vista sulle "riforme" raccontandole dall'osservatorio dell'insegnante che lavora con bambini e bambine tutti i giorni, e denuncia gli effetti che queste decisioni dall'alto hanno sul fare scuola concretamente; 3) denuncia il degrado pedagogico e formativo di una scuola sempre più dell'apparire e sempre meno dell'essere: la scuola dei "progetti" che viene spacciata come moderna e invece precipita l'insegnamento/apprendimento nel nulla; 4) critica non solo questa scuola ma anche il racconto che di essa viene fatto dai media, dai politici, dalle "grandi firme"; 5) va al fondo dei problemi della realtà scolastica, di quelli strutturali, quelli soli per cui la scuola ha senso civile, pedagogico, costituzionale; 6) fa emergere le carenze, contraddizioni, inadeguatezze del governo della scuola che sono causate soprattutto dalla continuità politica tra centrodestra e centrosinistra relativamente all'INVALSI, ai voti, alla valutazione come misura, ai finanziamenti delle scuole private, ai tagli, alla visione aziendalistica, al "maestro unico", all'anticipo o alla riduzione del ciclo di studi, alla eliminazione del valore legale del titolo di studi, alla eliminazione degli organi collegiali e del governo democratico in favore di una gestione aziendalistica manageriale da parte da parte di una tipologia di dirigente quale organo monocratico titolare e dominus di ogni aspetto e funzione dell'istituzione scolastica, da quella burocratico-amministrativa a quella di indirizzo pedagogico e didattico, dall'organizzazione alla gestione diretta del personale del quale diviene titolare di funzioni come quelle della valutazione, assunzione ed eventualmente anche licenziamento; 7) svela la "debolezza" pedagogica e didattica dei principali documenti di riforma dalla Moratti alla Gelmini, dalle Indicazioni Nazionali alla direttiva sui BES, ecc. Il libro è un documento propositivo, non soltanto critico, una bella testimonianza, strumento anche per le nuove generazioni di insegnanti, il quale non disdegna gli spunti di metodologia e didattica da parte di un'insegnante che nella sua vita professionale non si è pasciuta di citazioni dei grandi Maestri, ma di ricerca e sperimentazioni originali, e si è spesa nella partecipazione civile in tutte le istanze pubbliche, istituzionali e non, di aggiornamento e formazione per migliorare la scuola nel suo farsi concreto, quotidiano, con grande leggerezza e con lo sguardo sempre rivolto agli allievi e allieve.
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