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Non giochiamo in difesa: risposta al Dirigente Gandola


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C'era una volta il tempo pieno


Alcune brevi iniziali considerazioni...


Affettivo e cognitivo nella relazione educativa


Favoletta per sciopero


Funghi e Peter Pan


La qualità della scuola domani


Libri di testo e portfolio


Non giochiamo in difesa


Per un diversa struttura modulare


Rallentare la corsa


Sciopero unitario


Terremoto culturale


Un possibile modo di valutare


"Certo, caro Del Moro, che bisogna difendere il tempo pieno, ma per difenderlo efficacemente bisognerà pur dire cosa lo contraddistingue dalle 40 ore della Riforma Moratti, quali sono le differenze in termini "qualitativi". Altrimenti la battaglia è persa in partenza e vinceranno i messaggi veicolati dagli spot televisivi (tempo pieno di 40 ore di scuola, internet, inglese). Riaffermare il valore delle compresenze allora vuol dire battersi innanzi tutto per mantenerle, conditio sine qua non per poter fare scuola in un certo modo. Mai poi vuol dire anche "fare scuola in un certo modo", attuando sul serio progetti didattici e attività di classi aperte e di laboratorio, programmate insieme dal team docente. Qualificarle quindi o riqualificarle, nei casi in cui ne venga fatto un cattivo uso (doppia presenza dei docenti in classe, senza attività programmate e per gruppi-alunni), per rendere effettivamente credibile questa battaglia.

Alla domanda "quale Tempo Pieno difendiamo e che cosa?" cominciamo allora col rispondere: le classi aperte, i progetti didattici e le attività per gruppi di alunni. Quindi, ipso facto, le compresenze dei docenti."


Gianni Gandola, dirigente scolastico


Perché giocare in difesa e non all'attacco? Perché ritornare sempre ai vecchi modelli, anche se gloriosi, e non vedere il valore dei "giovani"?
Chi scrive e parla del tempo pieno originario ha altissime ragioni non c'è dubbio, ma forse non vuole riconoscere che sono nati modelli alternativi altrettanto gloriosi pur se nel presente! Ma il presente si sa non lo si guarda mai con il favore che riserviamo al passato.
Io credo che le maestre e i maestri di molti T.P e moduli abbiano dovuto cambiare modalità e abbiano saputo farlo, ad esempio, in ambienti scolastici superaffollati in cui non è più possibile neppure reperire un'aula libera per dividere nei gruppi i bambini. Abbiano trovato strade diverse dai pionieri del grande passato alla Bruno Ciari, per intenderci. Credo che pur ispirandosi a lui e ad altri maestri mitici, abbiano saputo fare i conti con la realtà modificata e in via di costanti mutamenti, una realtà che ha subito accelerazioni vertiginose a causa di politiche scolastiche sempre in lotta con le risorse mancanti.
Allora provo a dire quali sono alcuni degli indicatori di qualità del presente T.P. anche se non coincidono "soltanto" con le classi aperte o con i laboratori di antica memoria:

Indicatori di qualità del tempo pieno attuale.

Secondo i colleghi e le colleghe contattati per ricevere riflessioni su cosa sia, su quale valore abbia oggi (sottolineo oggi) il tempo pieno attuale (non quello proposto dalla riforma), posso elencare qui di seguito i punti di forza:

1 un'attenzione individualizzata a ogni alunna/o

2 tempi distesi nel gioco

3 tempi distesi nell'affrontare le singole attività

4 tempo per costruire rapporti familiari e solidali nel gruppo

5 tempi per la rielaborazione personale degli apprendimenti

6 tempo per la conversazione guidata e la conversazione libera
7 tempo per la costruzione dell'autonomia personale

8 tempo per mettere in atto una progettazione di attività trasversali

9 tempo per lo studio e per scegliere tipologie differenziate di approccio al sapere (v. intelligenze multiple, stili di apprendimento diversi)

10 tempo per l'integrazione di alunni portatori di qualche disabilità

11 tempo per la realizzazione di progetti multidisciplinari con l'obiettivo di far emergere le potenzialità di ognuno e raggiungere l'obiettivo di portare alla luce non soltanto conoscenze, bensì abilità molecolari al fine di costruire competenze molari trasferibili in contesti differenziati.

12 tempo per le relazioni dialogiche insegnanti-imparanti anche in momenti di ricreazione

13 tempo alle bambini e ai bambini per costruire i concetti in modo autonomo in maniera cooperativa (v. lavori di coppie di aiuto reciproco, di coppie tutoriali, di piccolo gruppo, ecc.)

14 tempo per i 2 insegnanti del doppio organico di interagire nelle ore di contemporaneità.

15 tempo e modo per i 2 insegnanti di non perdere mai il polso della classe nel suo insieme.

16 tempo e modo per i 2 insegnanti di posare sguardi diversi su ogni bambina/o costantemente senza soluzione di continuità

17 coinvolgimento professionale, ma soprattutto affettivo dei 2 insegnanti alla pari nelle dinamiche interne della classe
18 coinvolgimento dei 2 insegnanti nella valutazione di ogni singola/o bambina/o senza che nessuno dei due perda mai il contatto della classe nel suo insieme

19 coinvolgimento dei 2 insegnanti nel tenere rapporti con le famiglie

20 coinvolgimento dei 2 insegnanti nella scelta di aggiornamenti mirati alla soluzione di problematiche emerse dalla classe, dalle bambine e dai bambini

21 rispetto per le problematiche familiari delle alunne e degli alunni: molte famiglie chiedono agli insegnanti del tempo pieno di affiancarle nel campo della costruzione dei valori in riferimento alle dinamiche sociali del gruppo e a quelle dei rapporti interpersonali. Molte famiglie lamentano una totale mancanza di tempo quotidiano per dialogare costantemente con i figli. Gli insegnanti del tempo pieno hanno assunto su di sé grandi responsabilità secondo scienza e coscienza.

22 se da un lato il tempo pieno attuale non è più simile a quello originario nella scelta delle attività concrete da svolgere, dall'altro è una fucina di idee e strategie per affrontare il disagio e l'eccellenza attivando modalità di insegnamento/apprendimento che si rifanno alla migliore pedagogia: apprendimento cooperativo, pedagogia conversazionale, valutazione formativa, pedagogia istituzionale, ecc.
Nel tempo pieno, gli insegnanti possono correggere costantemente il tiro delle loro scelte metodologiche e relazionali proprio perché essi sono costantemente in situazione di rapporto sia con la/il collega sia con le alunne e gli alunni.

23 un altro punto di forza del tempo pieno è il suo farsi famiglia e il suo essere, come la famiglia, una sponda affettiva di importanza capitale nella costruzione dell'autostima dei singoli, raggiunta con il sostegno dei pari che si fanno fratelli e sorelle con cui litigare, discutere e al tempo stesso rappacificarsi trovando in essi la comprensione e la protezione. Non è poca cosa anche in situazione di apprendimento, purché si conservi la possibilità di non spezzettare il tempo in proposte didattiche avulse dal contesto in cui le bambine e i bambini "vivono" le loro relazioni e i loro apprendimenti.

 

Claudia Fanti 19/04/2004

 


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Aria di valutazione Invalsi - obbligatoria per giunta!


Caro nonno ti scrivo....


Flessibilità


Indicatori di qualità del tempo pieno attuale


Lettera ad una professoressa. Punto


No all'anticipo


Pedagogia conversazionale


Persone di scuola


Professionisti affettivi. Attenti osservatori


Riflessioni a margine della quotidianità


Solitudini in cerca di firma
Un futuro di innovazione e sperimentazione

Un ringraziamento sentito


 

 


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