Primaria - Secondaria - Secondaria II° - Le parole della scuola - Riforme La maestra Claudia - Laboratori - Home
|
||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
2016 |
A Bencio, che ringrazio molto per l'attenzione, in questo spazio, posso dire che abbiamo seguito un sistema basato sull'osservazione dei bambini e delle bambine in situazione di lavoro per coppie di lavoro reciproco e poi anche individuale, appuntandoci in ogni momento, note (sono finite in uno spazio del registro dell'insegnante al posto dei giudizi schematici: ripeto che avevamo chiesto la delibera del collegio) su ciò che "vedevamo" nelle loro reazioni alle difficoltà incontrate sia nella relazione coi compagni, sia negli apprendimenti, ma con l'intento di rilevare i punti forti di ognuno. All'inizio fu difficoltoso per alcune di noi, perché istintivamente si puntava l'attenzione su ciò che non andava e si faticava a scoprire le positività, poi la percezione si é letteralmente ribaltata: ci si accorse che la lista dei punti forti si allungava. Su questi, cominciammo a lavorare per far leva su di essi, quando approntavamo percorsi didattici al fine di rimuovere le difficoltà. I punti deboli venivano anch'essi rilevati, e nei colloqui coi genitori, esplicitati in modo schematico e chiaro senza commenti fuorvianti, assieme ai numerosi forti scoperti. Il clima educativo e didattico divenne sempre più disteso. Nei quaderni e negli elaborati di qualunque tipo, non risultavano mai giudizi, invece oralmente, coi bambini e le bambine, lo sforzo costante era quello di mettersi in conversazione per capire quali fossero le loro percezioni in relazione a un lavoro svolto più o meno bene. Essi furono stimolati a raccontarsi e a raccontare le loro impressioni, sensazioni, difficoltà incontrate, ostacoli superati riflettendo rigorosamente insieme sui percorsi mentali che li avevano portati all'errore: l' "errore", così, viene vissuto come fonte di ricerche successive, di approfondimento insieme con i pari in altri lavori di coppia di aiuto reciproco (su tale attività bisognerebbe aprire un discorso di tipo metodologico molto entusiasmante, se sei interessata, ti potrei mandare del materiale concreto su alcune piccole e utili attività, fammi sapere). I successi, anche minimi, venivano valorizzati in diversi modi: o con l'esposizione in cartelloni, o con la "conferenza" ai compagni sul percorso seguito per giungere a un risultato o in altri modi che li rendessero consapevoli della loro "fatica" che era risultata vincente. Alla fine dell'anno, la scheda di valutazione riportava note su punti forti e deboli ancora da affrontare: era una scheda elaborata e scritta da noi, alternativa alla ministeriale, ma ora, come ti ho detto, non so se potremo continuare.Scusa l'esposizione sommaria, ma se vuoi, scrivimi.Alcuni bei libri da leggere in modo sereno e rilassato, per la loro assoluta vicinanza a tale modo di procedere, sono quelli di Paolo Perticari, quelli di De La Granderie, Marianella Sclavi e molti altri poco citati in giro.Claudia Fanti28 marzo 2004 |
---|
|
---|