Nelle masserie dove si coltivava, la raccolta del tabacco era
compito delle donne; spesso arrivavano da fuori, in genere dalla provincia
di Lecce e venivano sistemate in dormitori di fortuna.
Si alzavano prestissimo la mattina per andare a raccogliere le foglie
verdi, tutte della stessa misura.
Le foglie, perfettamente ordinate l’una sull’altra, venivano delicatamente
poste nelle casse, trasportate dagli uomini con i carri in masseria.
Al fresco, sotto i porticati, le donne, sedute in cerchio, infilavano
le foglie ad una ad una in lunghi aghi piatti, "acuceddi",
facendoli poi passare sui fili di spago che formavano "li
curdati".
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Si mettevano a seccare su appositi cavalletti di legno, da mettere
al coperto la notte e portare al sole di giorno, ogni sera, ogni giorno,
con gli occhi rivolti al cielo ogni tanto, quando comparivano le nuvole.
Guai se il tabacco si bagnava! Le foglie, attaccate come erano
l’una all’altra, si sarebbero ammuffite!
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