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Senso di realtàObama parla al mondo della catastrofe climatica e dà inizio all'era del darsi da fare entro breve per rimediare. La realtà però sta lì inosservata, incapace di essere, di farsi verità. La guardiamo scorrere, mutare, trasformarsi. Per secoli l'essere umano ha la possibilità di guardarla in faccia, ma non la sa osservare, non la sa amare, non la sa gestire a suo favore, non la sa misurare col futuro possibile. E' quella della catastrofe culturale che abbiamo sotto gli occhi, il nulla. La disciplina esteriore, il risparmio della spesa sociale, la follia dei tagli nel pubblico, il considerare pericolose la solidarietà, l'accoglienza si fanno strada nelle menti per raggiungere il cuore, il profondo sentire dell'umanità, così inizia la morte della consapevolezza per dar vita alla nascita, prima in sordina e poi via via più esplicita, degli egoismi di razza, di religione, di cultura. Il pubblico tutto, in particolare e drammaticamente la scuola, la fucina del pensiero critico, velocemente si schianta sul muro dell'indifferenza verso i valori di un vivere a contatto con la realtà dell'altro. Gli adulti arraffoni, volgari, aggressivi, egotici, bugiardi, fortemente autoconservativi, prevaricatori, falsi, opportunisti, violenti, bestemmiatori, qualunquisti, ecc... presentano modello di sè alle nuove generazioni ovunque, ma, ovviamente, soprattutto dentro la scatoletta falsamente innocua del televisore. Con una semplice pressione del dito ognuno può aprire il mondo, falso e bugiardo, melenso o atrocemente spietato, urlato o sussurrato, "sirenamente" accattivante, dell informazione-intrattenimento. Un'ora, nella scatoletta, appaiano immaginette rassicuranti, un'altra squartamenti verbali o concreti, non importa: la mente ingloba l'argomentare villano e gli stupri della cronaca, ingloba le melliflue informazioni rassicuranti dei politici al potere, le tranquillizzanti parole di rinascita e impegno globale, e resta seduta in poltrona, amorfa, stanca, pigramente rassegnata o rasserenata. La distruzione della scuola che i figli frequentano, degli ospedali che si frequentano, dei tribunali e degli uffici pubblici che si frequentano, del settore pubblico in generale, porta con sè la dipartita dell'idea confuciana di coniugazione di umanesimo e burocrazia per esaltare il privato a scapito del pubblico, così, senza colpo ferire, la rete dell'ultimo barlume di protezione, si smaglia. Un tempo affermare di essere insegnante, medico, magistrato, impiegato dell' ufficio anagrafe... non era pericoloso, umiliante, foriero di maledizioni, ora è a rischio linciaggio, ma ciò sarebbe perfino sopportabile, se non si dovesse poi lavorare a contatto con gli utenti nei luoghi preposti e tuttavia resi infrequentabili e irrespirabili da politiche dissennate. Non è catastrofismo a buon mercato: è realtà vissuta negli spazi angusti sia idealmente sia concretamente. D'altra parte qualcuno ben noto a coloro i quali si interessano della scatoletta continua a sostenere che politica di governo è chiudere la bocchetta dell'ossigeno al pubblico che in toto non lavora in favore del privato in toto che produce. I tagli, le ingiurie, le recriminazioni sono lì alla portata di chi vive e lavora (ops, non lavora!). La follia è materia magica quando si dispiega nell'immaginario (ops, l'immaginario degli artisti fa orrore al potere!), diviene catastrofe quando si fa materia che distrugge l'immagine del lavoro al servizio del prossimo . E così chi non produce beni consumabili e appetibili agli appetiti insaziabili degli istinti umani va ucciso togliendogli l'aria... Bello, educativo, formidabile strategia di sopravvivenza delle politiche governative-economiche... Foscolo, Leopardi, Manzoni e via via tutti i letterati, i poeti, i registi, gli attori, i cantanti, i musicisti, i pittori, gli scultori...diventano pericolosi, inutili predicatori di illusioni fuorvianti, distrazioni dall'unico bene riconosciuto: il produrre materia e materiali più o meno necessari al quotidiano vivere. Invece il lavoro nel pubblico impiego si fa caserma: orari sincopati, spezzati, strategie di battaglia ai tagli, boccheggiamento, soffocamento... claudia fanti
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