Primaria - Secondaria - Secondaria II° - Le parole della scuola - Riforme La maestra Claudia - Laboratori - Home
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Carissime/i, dove sta andando la scuola dei piccoli? Non si sa più, sta navigando a vista, sta procedendo giorno dopo giorno arrangiandosi, letteralmente abbandonata a se stessa. Non interessa più! E' carta straccia, come carta straccia è la mole di lavoro condiviso da generazioni di maestre/i abituati ad arrovellarsi per condividere, creare percorsi interdisciplinari, per mettere in discussione il proprio modo di insegnare confrontandolo nei team. Valutazione, attenzione acquisita in materia di competenze, conoscenze, abilità, saperi, saper essere e saper fare, metodologie e didattiche cooperative, analisi delle discipline e dei nodi concettuali...puff! Rimane un pallido ricordo che quotidianamente deve affrontare l'abbandono economico, le ristrettezze di personale e materiali… sempre di più…sempre di più...I frammenti si frammentano fino a divenire polvere... L'attenzione di esperti di settore, riviste specializzate e siti si è spostata su altri temi, quali l'orientamento, l'integrazione, la valutazione di sistema, l'uso della rete e via dicendo...Temi grandi che tuttavia non hanno più radici, in quanto non attecchiranno mai su una scuola elementare che è sparita, che è diventata un fantasma, che fluttua grazie soltanto alle buone volontà individuali messe a dura prova giornalmente dall'esigenza di supplire, tamponare, economizzare...Una scuola che rimpicciolisce, che non si aggiorna più, che accoglie raramente giovani supplenti spauriti, complessati di aver scelto un lavoro precario, senza sponde, senza riconoscimento sociale e culturale...giovanissimi che si trovano lì per caso quando il giro dei “vecchi” insegnanti è ormai giunto alla fine della possibilità di sostituire colleghi assenti per malattia con l’utilizzo delle compresenze. I Collegi dei Docenti si accartocciano, si ripiegano in diatribe riguardanti il come organizzare l’inorganizzabile, il cosa fare per tirare la cinghia, non più un volo, non più un desiderio di approfondimento culturale…Collegi zittiti da politiche becere che impongono il silenzio, non certo con il manganello ma con qualcosa di ben più aggressivo: il disprezzo, il dileggio della scuola elementare, il non riconoscimento di anni e anni di dignitoso lavoro al servizio della comunità. Ma che riforma è, che riordino è quello che dipende da un ministero ignorante, sottomesso alle scelte economiche del solo risparmio, buon sensista, qualunquista, propinatore di favolette per il popolo bue? Ogni giorno ce lo chiediamo e stringiamo i denti, perché ben poco d’altro ci resta da fare. C’è chi si rifugia nei libri, chi nel proprio ego convincendosi che il miglior modo di insegnare è il proprio e che le vicine e i vicini di aula sono poveretti “insapienti” e insipidi, c’è chi si ostina a chiamare in causa i sindacati, c’è chi cerca di non fare il maestro unico a tutti i costi studiando a tavolino il sistema per avere orari flessibili, attimi di scambio, poi si accorge che la cura è peggiore del male perché gli orticelli vengono comunque divorati da un seminativo globale che avanza desertificando tutto il resto… Si è cominciato dalla desertificazione della scuola dei piccoli e via via l’espansione del peggio si ramifica verso quella dei meno piccoli, dei grandi e verso le loro famiglie speranzose, soprattutto quelle che non si rendono conto di ciò che succede tra i banchi di scuola, quelle che avevano creduto nella favoletta dei risparmi indolori, in un livello qualitativo migliore…Ci attendiamo già che le prove Invalsi del prossimo anno daranno risultati ottimi e abbondanti, tanto per consolare l’opinione pubblica. Carissime/i, permettetemi una divagazione: avete avuto l’opportunità di seguire in TV la pubblicità in onore delle Forze Armate prima del 4 novembre? Avete notato la sfilata sorridente dei militari in mezzo alla gente che applaudiva, intenerita e benevola, addirittura pacche sulle spalle per incoraggiare i missionari di pace del nostro esercito? 7 novembre 2009
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