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Nausea 2010

 


Un'altra possibilità


Il passato ai giovani


 

Nausea 2010

E' ridicolo, quasi irriverente, analizzare ciò che succede nei collegi dei docenti della cosiddetta primaria, mentre è in atto la lotta dei precari per la sopravvivenza, eppure credo sia necessario il farlo. Per onestà, per trasparenza, per i valori che si ispirano alla Costituzione.

Onestà verso i minori, verso i disabili, verso gli stranieri, verso i remigini, piccoli inconsapevoli dell'obbrobrio che la riforma ha portato in aula.

Non più riflessioni fra di noi su metodologia, didattica, saperi, conoscenze, ecc. Bensì riflessioni su come fare quadri orari mostruosi che consentano di far quadrare il cerchio del riempire, con i docenti disponibili (rimasti!), le ore e i buchi inevitabilmente creati dall' organico del "maestro unico" gelminiano, il quale fa a pugni con le richieste di ore delle famiglie, richieste che non sarebbero certo in contrasto con una buona scuola dei tempi distesi voluta e desiderata da docenti ed esperti di pedagogia e psicologia, ma lo diventano per la necessità di tappare, otturare le falle della contrapposizione fra legge e realtà, fra legge ed esigenze sacrosante di didattica delle discipline, di buona relazione con le bambine e con i bambini (tanti e diversi in ogni classe), di buone relazioni fra insegnanti.

Nell'aria che sa di gesso, c'è odore d'arena!

Insegnanti tesi, allarmati, sconsolati, umiliati; scontri per difendere la voglia di insegnare che è in ogni buon docente.tre ore e mezzo (alla settimana) di italiano in prima elementare, poco meno di matematica, matematica su tre classi, 75 alunni, 150 genitori (mamme e babbi) con i quali relazionarsi, un'ora tirata per materie ormai divenute totalmente cenerentole; docenti di classi seconda, terza, quarta, quinta, a sostenere i team delle prime per aiutarli a completare l'orario entrando a gamba tesa per un'ora a insegnare una materia rimasta scoperta.e via dicendo.

La mente è rivolta al futuro prossimo, alle alunne, agli alunni, alle loro famiglie desiderose di un buon curricolo di studi a partire dall'inizio e la coscienza vomita senza essere vista, ma duole constatare che nessuno all'esterno sa, nessuno veramente si rende conto del disastro in cui versa la scuola.Si parla di tutto, ma mai dell'essenziale e cioè del rapporto insegnamento-apprendimento, dei bisogni, delle necessità di tutelare i minori, dell' asservimento di dirigenti e docenti bravissimi che saranno costretti dall'oggettiva situazione a far la figura degli incompetenti, spinti in una spirale di nonsenso dalle assurdità delle economie di Stato. Servi al servizio dell'economia e dell'ignoranza di un'Italia che di cultura e sapere non sa che farsene.

Fa sobbalzare la coscienza il fatto che nelle realtà territoriali più resistenti si organizzino convegni sulle Indicazioni ministeriali per riflettere su saperi, conoscenze necessarie per il futuro, mentre nella quotidianità si fanno i conti della serva per mezz'ora in più di italiano, per un'ora di storia, per accaparrarsi la palestra (quando c'è!) o il laboratorio di informatica.Fa indignare che si voglia ancora sostenere la validità di autovalutazione, valutazione, test Invalsi, lotta alla dispersione proprio nel momento in cui si usa la mannaia per tagliare ciò che è stato già ripetutamente tagliato.

Ma che merito c'è nell'ubbidire, nel tacere, nel mettere la testa sotto la sabbia dinanzi al cupo quadro che ogni giorno (e siamo soltanto al principio!) fa orrenda mostra di sé come quello di Dorian Gray?

Stupro alla cultura dell'inizio, violenza bianca, invisibile, strisciante che segnerà i figli di tutti.

Claudia Fanti
6 settembre 2010

 

 

 


1 Circolo Forlì



I lavori delle classi


Cooperazione
contro
competizione

 



E' una cosa seria?

 


I cappottini dell'ingiustizia


 

 

 

 

 


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