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Tutor, tutorScusatemi, ma vorrei esprimere qualche considerazione a proposito della figura dei tutor che io non amo per nulla come, mi risulta, anche molte colleghe. Vorrei poter aver scritto io il titolo del bellissimo articolo che qualche tempo fa ho spedito alla mailing list: era un contributo di due maestre elementari che chiedevano di dimenticare la scuola elementare a tempo pieno e di lasciarla in pace per qualche tempo! Vorrei anch'io che tutta la scuola elementare (unitamente a quella dell'infanzia) fosse lasciata nel "dimenticatoio" per poter consolidare, aggiustare in AUTONOMIA, migliorare e crescere, magari in un clima generale di fiducia che giustamente si dovrebbe tributare a un ordine di scuola che tanto ha dato in termini di lavoro sommerso sconosciuto a tutti (anche ai docenti di altri ordini di scuola), di aggiornamenti volontari e non, di risultati riconosciuti ovunque (spesso per diminuire la portata delle innovazioni didattiche, relazionali, organizzative.si forniscono esempi di ciò che non va o non è andato, ma tale modo di affrontare le Riforme è davvero miope, perché perde di vista tutto il grosso del positivo!).
D'altra parte un tutor pare proprio una specie di balia per interdetti a chi si è sempre arrangiato (v. totale solitudine di fronte al disagio, mancanza di risorse, lavoro aggiuntivo prestato a titolo gratuito per far fronte ai problemi della quotidianità del lavoro di classe con quel bambino, quella bambina.), a chi, tutte/i le/gli insegnanti dei team (tempo pieno e moduli), ormai crede di avere acquisito il diritto di essere tutor fra i tutor. Ogni docente dovrebbe avere le caratteristiche del tutor per fare una scuola che ascolta, collabora, valuta.: anche la formazione dei futuri docenti dovrebbe mirare alla costruzione di una professionalità pronta a vivere in una comunità di educatori corresponsabili di pari livello.
In ogni caso, chi deciderebbe le qualità di un tutor? Chi sceglierebbe chi? Chi si trovasse a scegliere, da quali criteri dovrebbe essere guidato? Chi sceglierebbe i criteri?
Io credo con convinzione che i problemi della scuola elementare e la loro risoluzione non risiedano in un appesantimento tramite l'istituzione di nuove figure poco desiderate, ma nell'attenzione e nell' emanazione di decreti che creino le condizioni per favorire ciò che continuamente si chiede: classi meno numerose, ambienti vivibili, strumenti sempre aggiornati all'altezza delle sfide di un'istruzione moderna, spazi e tempi da dedicare (non alla burocrazia o a parlar di bilanci impossibili nei Collegi dei Docenti) alla ricerca e a una continuità reale tra vari ordini di scuola, nessuno escluso (i docenti dei diversi ordini non si conoscono metodologicamente, didatticamente; non conoscono le difficoltà e i problemi delle fasce di età di alunne e alunni che non rientrano nel loro grado: la mancanza di conoscenza o il sentito dire dai media e da altre fonti non dirette ingenera pericolosi pregiudizi duri a morire che portano inevitabilmente alla lontananza e alla sfiducia!).
Vorrei tanto che nelle scuole i docenti tutti (senza figure incaricate di chi sa cosa) ricominciassero a parlare di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi, di strategie, di esperienze riuscite, e di quant' altro possa essere discusso, riveduto, aggiustato e corretto (non nei ritagli di tempo, ma a pieno ritmo!).
Chiediamo una scuola di docenti caricati di responsabilità educativa, metodologica, didattica, di adulti che, alla pari, si assumano le responsabilità dei rapporti instaurati e instaurabili. Non favoriamo la nascita di graduatorie di responsabilità. Valorizziamo e mostriamo (d'altra parte questa è la società del far vedere altrimenti non si esiste!) le esperienze di totale collaborazione che si sono fatte anche superando conflitti e differenze: sarebbe bello che nella lista si aprisse uno spazio per quelle/quei docenti che hanno risolto difficili problemi nelle classi con la loro competenza e creatività collaborando alla pari come fin qui è stato fatto da tutte/i.
Un caro saluto a tutte e a tutti. Claudia Fanti 26 novembre 2002 |
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