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Le ricerche più avanzate di linguistica ci dicono di prestare attenzione alle richieste degli studenti, di ascoltarne le esigenze, le proposte, i desideri comunicativi e da questi partire per una didattica creativa, disposta alla revisione, attenta a non irrigidirsi, a non farci prendere, noi docenti, dall'ansia da prestazione nostra e loro. Ogni giorno dobbiamo fare i conti con le difficoltà espressive delle alunne e degli alunni, stimolandole/i a lasciarsi andare alla loro voglia di essere al centro della nostra azione, senza timore di parlare, scrivere, leggere, spiegando che questi semplici gesti quotidiani sono già nel DNA di ognuna/o di loro e vanno crescendo così come crescono i corpi. La nostra opera deve essere una continua rassicurazione non soltanto di scelte strategiche mirate ad aiutare chi deve imparare, bensì di attivazione del clima adatto a convivere in classi numerose ed eterogenee. Allora via le antiche usanze del "tu di là e io di qua", via le innumerevoli esercitazioni mnemoniche e ripetitive per imparare la grammatica, via le letture come puro esercizio meccanico, via i temi imposti senza alcun rispetto per ciò che è andato maturando in classe in un certo periodo, via le poesie lette e imparate a memoria senza prima averle assaporate come oggetti preziosi da manipolare, sentire, gustare nella loro intima essenza, via i riassunti dati senza uno scopo o senza legame con la necessità, via l'imparare a scrivere e a leggere in modo meccanico, quasi fosse una litania di sillabe e grafemi da immettere nella mente.via! E ancora. via le valutazioni periodiche e assillanti, via la mania dei tempi brevi della didattica e delle verifiche estenuanti, via le programmazioni "pesanti" che tutto predeterminano.via l'assillo degli standard d'apprendimento dei programmi. Ora ce l'avevamo quasi fatta.ci si poteva "rilassare" con le bambine e i bambini, "perdere" tempo per ascoltarne il respiro della loro cultura nascente autoriflessiva e condivisa, c'eravamo ritagliate/i il tempo per "carpirne" segreti timori e speranze, il tempo per accettare che ognuna/o imparasse, con il proprio ritmo del cuore e della mente, a mettere nero su bianco emozioni, pensieri, sentimenti, sulle vecchie lavagne, sui quaderni coi draghi o con i cuoricini, nelle palestre un po' malandate, nei cortili superaffollati. Ora molte di noi avevano capito che accanirsi sugli errori serve meno del "chiacchierare" insieme, che la grammatica è viva e si scopre anche giocando, riflettendo, parlando, leggendo, che essa serve per "ingioiellare" i bisogni e le necessità comunicative. Ora si raccoglievano i frutti di un lungo periodo di intenso studio teorico, ma reso concreto nella pratica giornaliera, per scardinare certezze e metodiche che avevano portato all'allontanamento di molte persone giovani dalla scuola, si recuperava il valore dell'ascolto e della ricerca-azione; si era in molti casi abbandonato il solo utilizzo della lezione frontale e nello stesso tempo si era incrinata la fede nello spontaneismo e nella libertà senza regole, ciò per raggiungere quel raro equilibrio fatto di rispetto per gli stili cognitivi e per le diverse intelligenze . Si era arrivate/i, spesso, a un punto di equilibrio fra il sé e le/gli altre/i con i lavori dei team. Pof!! In un attimo tutto potrebbe svanire come per un potente maleficio, tutto potrebbe rientrare.già ora sta "rientrando" quando le/gli insegnanti "sdoppiate/i"(in classe, con i loro metodi considerati ormai già antiquati, da una parte; nei corridoi e nel "sentire" attente/i alle stimolazioni del "nuovo ministeriale", dall'altra) si chiedono: "Hai letto le indicazioni ministeriali? Hai sentito che diminuiranno i tempi per le materie? Ma se le materie sono aumentate?! Hai notato il ritorno alle nozioni e all'importanza della memoria? Dai,che faremo prima, tanto finora abbiamo lavorato e lavorato, poi guarda il riconoscimento! L'anno prossimo che si farà? Saremo ancora in tre? in due? Chi avrà maggiore responsabilità? Quanti bambini avremo? Quanti anni avranno? Si riapriranno le iscrizioni? Hai letto che cosa dovranno imparare in prima? Dove li metteremo questi piccolini? Ma si potrà fare carriera! Hai sentito che si potrà, l'ho letto .non l' hai letto? Ma come? Quella cosa del codice deontologico e dello stato giuridico?! Bella no? Ma ci hanno chiesto niente? E cosa avrebbero dovuto chiederci? Ci sono gli esperti, i superprof. : pensano e studiano al posto di noi docenti normali che intanto mettiamo mano alla didattica applicata di cui ormai siamo gli ultimi restati a parlare!...Be', meglio! Non ne potevo più di tutta la responsabilità del mondo sulle nostre spalle! E la ricerca fra di noi, alla pari? Chi se ne importa, ci sarà qualcuno più bravo che ci spiegherà cosa dovremo fare. Ora pensiamo ad arrivare alla fine del ciclo, poi in qualche modo si farà. Perché ti vuoi angustiare? Prendiamola con leggerezza e filosofia! Quanti anni ti restano alla pensione? Dai, che ce la faremo. Ce l'abbiamo sempre fatta, nonostante il ministero di turno!" Già si nota qualcosa che involve nei rapporti fra le persone, fra chi è di destra, di sinistra, di centro; fra i nostalgici di una scuola che fu e che è ancora presente in modo strisciante, pronta a riemergere, se solo le si dà il via, e i"futurologi".molto già muta nella didattica quotidiana, nell' artigianato creativo a cui molte/i, di nuovo, cominciano a non credere più. Ed ecco docenti armati di riviste scolastiche, di saggi e di articoli alla moda ministeriale del momento, docenti preoccupati per la posta elettronica del Fortic sul sito del Miur. Il futuro rischia di tornare soltanto una dimensione personale per alunne/i e docenti ed è quello che preme! Piccolo futuro! E il presente a fatica costruito e conquistato? Il grande, vivace presente delle buone pratiche barcolla insicuro. Bambine e bambini, ora frequentanti, sembrano già essere "invecchiate/i" nell'interesse dei media e dei pensatori, non più degne/i di nota, forse perché ormai fuoritema per l'argomento del giorno: riformare la scuola in toto, senza rispetto per quella che già si era innovata a dispetto di carriere e test di auto ed eterovalutazione. 4 febbraio 2003 Claudia Fanti (maestra elementare) |
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