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Da qualche tempo leggo con piacere le discussioni da voi proposte. Le trovo molto utili e prive di quella saccenza sapientona che circola ormai ovunque e che allontana le persone affaticate e faticanti nel comune quotidiano. Grazie a tutti.Vorrei parlare del TIC e di come sono iniziati i corsi: il principio non è stato dei più entusiasmanti. Anzi! Ma forse ciò, come sempre, dipende dalle persone che gestiscono l'esperienza (su questa variabile bisognerebbe aprire una lunga conversazione non solo per il TIC!).Le ore del primo incontro sono volate tutte (molte/i si sono chieste/i se per caso si venisse considerate/i dei cretini con tanto tempo a disposizione!) con una lunga disquisizione su come dovremo operare e su quanto tempo dovremo stare collegati a internet. All'obiezione che la spesa non sarà indifferente (bisogna considerare l'assoluto impegno gratuito che va ad aggiungersi a quello profuso per altri corsi d'aggiornamento utili sul piano della didattica:non c'è soltanto l'informatica a cui pensare!) è stato risposto che ci si potrà collegare da scuola! Ma quando?! Io parlo come ins. elem. che spesso è a scuola il pomeriggio per l'ordinario servizio oltre che per altre canoniche riunioni. Si potrebbe forse usare il computer della scuola dopo le 18.30, ma l'aula laboratorio viene chiusa. Inoltre non ritengo che sia giusto costringere le persone a permanere nell'edificio scolastico per 10 ore per poi tornare a casa a continuare il lavoro scolastico nella preparazione delle lezioni di classe per il giorno successivo e per la correzione di una cinquantina di quaderni la notte fonda (perché questo è il reale e dimenticato lavoro di molte/i di noi maestre/i).E' stato anche richiesto un immediato operare attraverso l'accesso al sito del corso per studiare la lezione da mettere in pratica poi nella sede del corso con il tutor: ho visto i volti di molte/i colleghe/i stupefatti: le/gli iscritti al corso A credevano di dover imparare qualcosa, prima di entrare in azione vista la loro inesperienza! Invece hanno già cominciato a rivolgersi, nel cuor della notte, ad amici (esperti) esterrefatti di come avvengono le cose nel mondo sconvolgente, quasi "violento", della scuola: altro che rispetto per l'altra/o! L'unica soddisfazione è che le persone esterne al nostro mondo saranno finalmente messe al corrente di come funziona il mondo della scuola e delle riforme!D'altra parte siamo abituate/i a questo e ad altro, così temo che ci adegueremo ancora una volta quasi senza fiatare, oppure abbandonando sconfitte/i i corsi, magari con quel senso di umiliazione e di colpa che accompagna la nostra categoria di eterni insicuri, disposti a comprendere sempre le difficoltà degli altri (in questo caso dell'organizzazione dei corsi), ma mai le proprie!Spero di dovermi ricredere, ne sarei molto lieta, ma è difficile fidarsi!Con simpatia.sabato 8 febbraio 2003ClaudiaP.S. : Ho apprezzato tanto gli interventi di Cosimo De Nitto, di Alessandro Rabbone e di Massimo Rossi. Grazie |
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